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LinkedIn Talent Buzz 2017: Startup e Industria 4.0

LinkedIn pubblica i risultati della ricerca annuale su migrazione dei talenti e domanda del mercato del lavoro.

Cose è cambiato rispetto a LinkedIn Talent Buzz 2016? Lo scorso anno l’indagine condotta dal social network per professionisti e aziende rivelava un Paese, il nostro, come la patria degli Startupper. Abbiamo superato quella fase, diciamo “embrionale” e abbiamo raggiunto un livello di maturità professionale (almeno negli intenti di pubblicazione) all’interno di LinkedIn? Sembra proprio di no, almeno in parte.

La ricerca ha coinvolto i profili degli oltre 500 milioni di utenti iscritti a livello globale, di cui 10 milioni solo in Italia. Il focus di molti italiani è rimasto per lo più invariato rispetto alla scorsa edizione, mostrando una particolare attenzione, dei talenti nostrani, alle startup e all’industria 4.0.

L’analisi della forza lavoro (tutti i risultati sono basati su profili anonimi di utenti di LinkedIn che hanno cambiato posizione tra aprile 2016 e aprile 2017) ha messo in evidenza i principali settori in crescita:

Proposta
  1. Tecnologia e Software (tasso occupazione +1,2% YoY)
  2. Produzione Industriale (+1% YoY)
  3. Architettura e Ingegneria (+1% YoY)

Se ne deduce una chiara spinta all’innovazione allo spirito imprenditoriale (e in questo, LinkedIn supporta sempre di più gli utenti, grazie a strumenti e funzionalità sempre più smart), chiaro segnale che i professionisti italiani stanno cercando di mettersi in gioco per superare la crisi economica e favore, malgrado la lentezza delle istituzioni, la ripresa.

Altro segnale interessante arriva dalla vocazione all’autoimprenditorialità. L’analisi ha mostrato infatti una spostamento dei nostri professionisti da organizzazioni di medie e grandi dimensioni a favore di imprese più piccole e società unipersonali. Le società unipersonali (lavoro in proprio) hanno registrato una crescita del 5,1% rispetto al 2016, seguite dalle aziende con un massimo di 10 dipendenti, pari allo 0,7%. I settori preferiti tra le società unipersonali sono stati:

  1. Tecnologia e software (7,9%)
  2. Servizi professionali e Architettura e ingegneria (5,7%)

Calano, invece, i dipendenti delle aziende di grandi dimensioni (in particolare quelle con un numero di dipendenti compreso tra 501 e 1000), facendo segnare un -1% del numero di professionisti negli ultimi 12 mesi. Cattive notizie anche per le grandi aziende (più di 10.001 dipendenti) che registrano una riduzione dei dipendenti dello 0,5%, principalmente nei settori delle Telecomunicazioni (1,9%) e Retail (1%).

Aumenta invece il numero di “capitani d’azienda”, secondo quanto emerge dalle funzioni aziendali in più rapida ascesa su LinkedIn (in base a quanto indicato dall’utente, sul proprio profilo):

  1. Imprenditore (3,6%)
  2. Sviluppo aziendale (2,4%)
  3. Marketing (1,8%)
  4. Finanza (1,6%)

Se parliamo invece di altre forme di movimentazione del capitale umano, ossia di migrazione trans-nazionale di personale, riscontriamo un dato in controtendenza con gli allarmismi mediatici a cui abbiamo assistito dalla conferma della Brexit in avanti. Il Regno Unito infatti rappresenta la principale destinazione per i professionisti italiani che cercano lavoro e fortuna all’estero. LinkedIn infatti ha analizzato le modifiche del luogo di residenza apportate dai membri nei propri profili tra ottobre 2016 e aprile 2017, rilevando le mete lavorative preferite da chi lascia l’Italia.

Le prime cinque destinazioni (i risultati sono basati su profili anonimi di utenti di LinkedIn che si sono trasferiti tra ottobre 2016 e aprile 2017, su base lorda) sono state:

  1. Regno Unito
  2. Svizzera
  3. Germania
  4. Spagna
  5. Francia

Se vi state invece chiedendo quali siano le funzioni più richieste ai professionisti italiani che si trasferiscono oltre i confini nazionali, ecco le prime cinque individuate da LinkedIn:

  1. Operazioni
  2. Formazione
  3. Arte e design
  4. Ricerca
  5. Ingegneria

Tuttavia non esportiamo ma importiamo anche risorse umane. I primi cinque paesi di origine dei professionisti che hanno scelto di trasferirsi in Italia (su base lorda) durante questo periodo sono stati:

  1. Regno Unito
  2. Stati Uniti
  3. Francia
  4. Germania
  5. Spagna

Il Brasile è la nazione da cui l’Italia riceve la maggiore migrazione netta di professionisti, con un aumento del 21,13% del numero di talenti provenienti da questo paese, seguiti dai professionisti dalla Russia (9,59%) e dall’India (8,76%).

E voi siete Startupper, Imprenditori di voi stessi o (termine abusato!) Cervelli in fuga?

Tommaso Lippiello

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Tommaso Lippiello

Lavora da tempo come Digital Program Manager per Agenzie di Marketing e Comunicazione e in Aziende del settore ICT. Consulente Digitale per realtà come DigiCamere - Camera di Commercio di Milano, Microsoft Bing, Reply e Luxottica, è attualmente Digital Innovation Manager in CRAI Secom SpA, Docente presso l'Università LIUC nel corso "La comunicazione interattiva: blog, social network, app, business network" presso la facoltà di Economia e Management e Advisor allo IULM Innovation Lab. Esperto di Social Media ha esperienza come Speaker e Formatore ed è il creatore e redattore di SocialMediaLife.it e co-Founder di MobilitaPubblicoImpiego.it. Seguimi su:

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