LinkedIn Sponsored InMail: Why me?

LinkedIn introduce un nuovo strumento di social media marketing, l’invio di Messaggi Sponsorizzati direttamente nella cartella InBox degli utenti.
Devo ammette che è la prima volta che mi capita di ricevere un messaggio di questo genere all’interno di LinkedIn. Finora ho ricevuto richieste di collegamento più o meno educate, inviti a iscrivermi al gruppo tal dei tali, persino richieste di lavoro (oltre che di informazioni) da estranei che intendevano entrare a far parte della Redazione di SocialMediaLife.it (ah, se volete scrivere con noi, vi consiglio di cliccare qui) o cercavano informazioni su Microsoft o Bing. Marketing verticale, catene di Sant’Antonio virtuali, voyeur della Rete intenti a capire chi o cosa stia facendo attualmente (nascondendosi dietro un “questo membro ha deciso di rimanere anonimo”) e altre forme di pseudo-truffe, ma mai, lo ribadisco, un Messaggio Pubblicitario nella casella di Posta in Arrivo del mio profilo LinkedIn.
Come spesso faccio ultimamente, mi sono subito consultato con i tre moschettieri di LinkedIn, ossia Luca Bozzato, Alessandro Franza e Mirko Saini per provare a capire se anche loro avessero avuto modo di sperimentare questa nuova feature. Sembra proprio che qualcosa stia cambiando e che mi sia ritrovato tra i primi “fortunati” beneficiari di una nuova forma di advertising in fase di lancio?
Lo strumento non brilla certo per novità, siamo di fronte a una classica campagna di Direct (In)Mail Marketing, con tanto di copy, immagine e Call to Action link alla fine. Il quesito che mi sovviene però, ha una matrice doppia:
- come e perché proprio il sottoscritto è rientrato “in target”, e per un determinato segmento che, diciamo, non mi vede proprio tra gli appassionati (Automotive, ndr)?
- quanto sarà lungo il passo tra l’affermazione “Oh, che novità” e “Doh! lo Spam anche su LinkedIn“?
Alla prima domanda ho trovato (forse) una risposta abbastanza esaustiva (anche se persiste qualche dubbio). In pratica l’aver accettato i Termini e Condizioni di LinkedIn per la ricezione di Sponsored Partner InMail, per scopo informativo o promozionale, sia all’interno di campagne marketing che per finalità di assunzione.
Alla seconda domanda invece, potrei rispondere partendo dal dubbio emerso in seno alla prima risposta: va bene, ma perché un’auto, per di più una di quelle non proprio a portata di tutti? Non ho mai postato contenuti, all’interno (o all’esterno, meglio precisare, vuoi vedere che rientrano i Big Data?) di LinkedIn che trattino il segmento automotive, nè tantomeno mi posso ritenere un appassionato di motori, in genere. Quindi, le domande diventano tre: come sono stato profilato? Non è che, cito e traduco (alla buona), basandovi su “dati non personali, come il titolo professionale attuale, settore primario dell’azienda in cui lavoro, o la regione in cui risiedo” possa emerge anche un benché minimo interesse per tale segmento di mercato? Mah… forse la sezione Privacy di LinkedIn può fornire più delucidazioni al riguardo!
In ogni caso, nell’attesa di trovare una risposta soddisfacente alle mie tante domande, resta un dato di fatto, ossia che gli strumenti promozionali posti al servizio dei Brand non solo si fanno più diretti e mirati (?) ma denotano una chiara strategia da parte di LinkedIn, dopo l’aggiornamento delle Company Page, ossia il voler fornire alle Aziende ulteriori strumenti per curare il proprio Personal Branding e incentivare l’engagement degli utenti iscritti al social network professionale per eccellenza. Ci riuscirà?
Tommaso Lippiello