LinkedIn Global Recruiting Trend 2018

LinkedIn pubblica i nuovi risultati del suo annuale Global Recruiting Trends da cui emerge che la diversity inclusion è l’asset principale per l’acquisizione di talenti.
Pubblicato sul blog ufficiale (link), il report è dedicato al mondo del recruiting, una pratica guida che LinkedIn mette al servizio di Head Hunters e candidati.
Scopo dell’analisi è stato intercettare i nuovi trend del settore, ponendo al centro il fattore umano, generando una vademecum fondato su quattro principi che hanno lo scopo di rendere le assunzioni più strategiche.
Lo studio ha coinvolto 9 mila professionisti nel campo HR in tutto il mondo, sottoposti a interviste mirate, il cui risultato ha posto l’attenzione su quattro pillars:
- Diversity Inclusion (78%)
- Nuovi strumenti per i colloqui (56%)
- Analisi dei dati (50%)
- Intelligenza artificiale (35%)
La diversity come nuovo trend globale della Talent Acquisition
Il 78% delle aziende ha come priorità la diversity per migliorare la propria cultura aziendale, mentre il 62% approccia il tema per migliorare le proprie performance finanziarie. I così detti “diverse team” risultano essere più produttivi, innovativi e creativi rispetto agli altri.
Non tutte le aziende riescono però a traguardare questo risultato a causa dell’assenza di candidati di questi tipo da sottoporre a colloquio (38%).
Nuovi strumenti di selezione per comprendere i candidati
I colloqui tradizionali stanno pian piano perdendo il loro valore, diventando strumenti sempre meno efficaci nella valutazione dei candidati fino al punto di rendere ostica la reale comprensione di alcune importanti informazioni utili ai fini della selezione.
Gli intervistati hanno infatti palesato quanto problematico sia individuare le soft skill dei candidati (63%) e le criticità che possono dimostrare all’interno dell’ambiente lavorativo (57%). Non basta infatti un semplice colloquio basato su un’intervista del candidato, per valutare al meglio questi aspetti. La tecnologia giunge in soccorso dei recruiter, offrendo maggiori opportunità di comprensione dei candidati, quando si parla di potenzialità, attitudini e team working.
I Big Data al servizio delle aziende di recruiting
I risultati emersi dalla ricerca hanno dimostrato come recruiter e HR manager (69%) utilizzano sempre di più l’analisi dei dati come strategia imprescindibile alle proprie attività di scouting. Non una novità nel settore delle risorse umane, ma certamente un cambiamento radicale se consideriamo il volume dei dati sempre più segmentati e dettagliati. Inoltre gli strumenti evoluti permettono maggiore velocità di interrogazione, capacità predittive legate al machine learning e possibilità di prendere decisioni in maniera più intelligente e precisa.
Le aziende e le agenzie sono sempre meno orientate verso strategie basate su Content e Social a favore di campagne di Talent Intelligence più efficaci e puntuali, utili a effettuare una prima cernita di candidati da valutare con maggiore precisione e attenzione.
L’intelligenza artificiale al servizio del recruiting del futuro
Che l’IA sia un pilastro dell’Industria 4.0 è chiaro a tutti. Non a caso diverse software house hanno già investito nello sviluppo di programmi capaci di semplificare e velocizzare il processo di ricerca dei candidati. LinkedIn, che nasce con una forte vocazione legata al mondo lavorativo e professionale, ovviamente non è rimasta a guardare, introducendo lo strumento LinkedIn Recruiter all’interno dei propri servizi. Anche il mondo dei chatbot, da molti percepito solo come dimensione dedicata al Social Customer Care, sta dando una forte spinta favorendo la raccolta di feedback precisi e immediati per fornire informazioni puntuali alle domande dei candidati che si propongono per un’offerta di lavoro evitando di fare sprecare tempo al recruiter.
Nonostante tutto ciò rimane comunque una forte diffidenza da parte dei recruiter che, nel 14% dei casi, si dice ostile ad adottare questi sistemi innovativi per paura che l’intelligenza artificiale possa inficiare sulla propria carriera professionale (temendo finanche la perdita di lavoro).
I tempi sono cambiati e sono maturi. Nonostante l’innovazione possa dare sicuro supporto ai cacciatori di teste rimane però una conditio sine qua non, ossia l’umanità, la professionalità e il rispetto tra chi offre e chi cerca un’occupazione, elemento imprescindibile alla perfetta riuscita di quello che, alla fin fine, rimane comunque un rapporto mutuale tra le parti basato su competenze ed educazione al lavoro, con o senza Big Data, AI o qualsivoglia dimensione innovativa che si possa auspicare.
Non confondiamo dunque la bontà del mezzo con l’ottemperanza del fine!
La versione completa del report è disponibile cliccando qui: Global Recruiting Trends 2018 full report.
Tommaso Lippiello