LinkedIn e Social Search: la prima impressione è quella che conta!

Quanto conta la social search per i lavoratori italiani? Quanto è difficile parlare della propria occupazione e dei propri successi per i lavoratori italiani? Scopriamolo insieme a LinkedIn e allo studio Your Story @Work.
Proprio qualche giorno fa vi parlavamo di un modo tutto nuovo di raccontare il lavoro, Watchado, lo storytelling dei professionisti, oggi invece vi presentiamo l’altra faccia della medaglia vista dalle lenti di LinkedIn, con Your Story @Work, studio appena presentato, condotto e realizzato dall’agenzia internazionale Censuswide per LinkedIn su 11.168 lavoratori in vari paesi tra cui UK, Canada, USA, Brasile, Italia, Spagna, Olanda, Irlanda, India, Australia, Hong Kong, Indonesia, Malesia, Svezia, Messico, Francia, Singapore, Cina e Giappone (e che si ricollega, idealmente, ad altre ricerche come LinkedIn Buzzword e Talent Buzz).
Questa ricerca parte dall’esigenza di rivelare quali siano le difficoltà dei lavoratori quando si tratta di parlare di sé in un contesto professionale, e di far percepire quanto spesso i professionisti siano restii nell’elogiare i propri successi personali. Certamente questa è una condizione che varia da paese a paese e che soprattutto potrebbe pesare negativamente sulla presenza digitale dei professionisti, fattore oggi sempre più importante per offrire una buona prima impressione di sé ad eventuali recruiter a caccia di talenti. Uno dei dati più rilevanti che emerge dall’indagine è proprio la grande rilevanza che viene data alla social search dei vari profili dei candidati nei momenti precedenti l’incontro di persona, che può condizionare in larga parte l’esito del colloquio.
Ma andiamo per gradi, anzi per numeri e percentuali!
Andamento generale
Il 40% dei lavoratori di tutto il mondo fa fatica a spiegare di cosa si occupano.
Il 24% di loro afferma che è difficile parlare dei propri risultati professionali.
Il 53% degli intervistati teme che parlando dei risultati ottenuti sul lavoro potrebbe dare l’impressione di vantarsi.
Solo il 35% non ha problemi a farlo, pur trovandosi in difficoltà quando si tratta di parlare di sé stessi e considerando molto più facile raccontare dei risultati ottenuti dai colleghi.
I numeri del Belpaese
Il 48% dei professionisti tricolore intervistati, infatti, dichiara di non riuscire a spiegare di cosa si occupa e guarda i profili online dei nuovi colleghi prima di conoscerli dal vivo.
Il 23%, invece, afferma di avere difficoltà a parlare dei propri successi professionali.
Il 66% dei partecipanti alla ricerca ha paura di risultare vanitoso parlando dei propri risultati lavorativi.
Il 27% si sente sicuro nel farlo.
Il 60% dei professionisti italiani è molto più semplice parlare dei risultati dei colleghi.
Più nello specifico, per l’italia, si evidenzia che:
- Il 75% dei recruiter del Belpaese preferisce leggere un summary del cv / profilo LinkedIn creativo piuttosto che un elenco puntato di esperienze.
- Il 65% dei professionisti in Italia pensa che non abbia senso parlare dei propri successi professionali né online, né offline, perché le persone dovrebbero accorgersi da sole di come lavorino o abbiano lavorato.
- Solo il 40% dei professionisti italiani si sente a proprio agio nel parlare dei propri successi professionali.
- Il 73% dei recruiter in Italia afferma che prima di tutto controllerà il profilo LinkedIn di tutti i potenziali candidati.
- Il 65% dei recruiter italiani afferma che l’impressione che si trasmette online è altrettanto importante di quella che si dà di persona.
- Il 66% degli intervistati nel Belpaese teme che parlando dei risultati ottenuti al lavoro potrebbe dare l’impressione di vantarsi.
La comunicazione è importante
Pubblicizzare il proprio successo professionale può sembrare troppo auto-celebrativo e infatti molti professionisti sono schivi a farlo, ma è comunque importante.
Ancora, l’88% degli intervistati italiani coinvolti nel processo di recruiting della propria azienda ritiene che le probabilità che un colloquio abbia esito positivo sono maggiori per i candidati capaci di esporre brevemente quello di cui si occupano. Mentre per l’80% la capacità di comunicare chiaramente i risultati conseguiti è una delle caratteristiche più apprezzate in un candidato.
Online o dal vivo, la prima impressione conta di più
Il 99% dei professionisti è consapevole di quanto sia importante trasmettere un’impressione positiva quando ci si presenta per una nuova posizione. In Italia la maggior parte dei professionisti non cura abbastanza la propria identità digitale che invece è sempre più importante per i recruiter a caccia di talenti. Il 73% delle persone coinvolte nel processo decisionale per la selezione del personale controlla il profilo LinkedIn di tutti i candidati; ancora, più della metà, circa il 65% considera la presenza online del candidato importante tanto quanto quella fisica.
Molto preoccupante invece la situazione sul versante opposto, dove il 70% dei professionisti non si è mai preoccupato della propria identità online prima di ricoprire la posizione attuale. A differenza di quanto affermato dai recruiter solo il 57% dei lavoratori del Belpaese crede che l’impressione che si trasmette online è altrettanto importante di quella che si dà di persona. Ben il 70% degli intervistati crede sia difficile recuperare dopo una prima impressione negativa.
Marcello Albergoni, Head of Italy di LinkedIn commenta così:
Saper comunicare in modo chiaro i propri successi professionali è il primo passo per farsi notare. A questo scopo, niente funziona meglio di un buon profilo LinkedIn in cui presentare i successi conseguiti e dimostrare la propria esperienza. Contano anche le piccole cose. Ad esempio, l’aggiornamento del profilo con una nuova esperienza o la pubblicazione di un’immagine che aiuti a definire meglio il nostro essere professionisti può portare il nostro account a un numero di visualizzazioni fino a 21 volte superiori al normale, migliorando le probabilità di ottenere il lavoro desiderato.
Che la presenza digitale per i candidati alla ricerca di lavoro fosse importante lo sapevamo già, forse dopo questo studio verrà ribadito e arriverà anche a quelli che proprio non ne vogliono sapere! Il grande Fratello vi osserva, fate i bravi! Il consiglio che ci sentiamo di darvi è innanzitutto quello di utilizzare i social network in maniera consapevole.
Su LinkedIn:
- scegliere una foto profilo giusta e professionale;
- completare il profilo in tutte le sue parti, affinché sia impattante al 100%;
- scrivere un breve riepilogo per dare un’idea generale di se stessi da subito;
- aggiornare regolarmente il proprio profilo.
Su Facebook:
- Postare contenuti di valore
- Applicare filtri e impostazioni privacy per determinati contenuti.
Ricordate la prima impressione è quella che conta, anche e soprattutto sui Social Network che ormai sono diventati la nostra carta d’identità digitale e un buono strumento per fare anche personal branding!
Maria Colucci