L’export agroalimentare italiano negli Stati Uniti rischia di subire un drastico calo

Nel 2024, l’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti raggiunge 7,8 miliardi di euro, ma l’introduzione di dazi potrebbe ridurre le vendite del 15-30%, causando danni significativi.
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L’export agroalimentare italiano negli Stati Uniti rischia di subire un drastico calo - Socialmedialife.it

Nel 2024, l’Italia ha visto un’esportazione di prodotti agroalimentari per un valore di 7,8 miliardi di euro verso gli Stati Uniti, un traguardo significativo che sottolinea l’importanza di questo mercato per il settore. Tuttavia, un allerta è stato lanciato dal Centro Studi di Confcooperative riguardo ai potenziali dazi che potrebbero colpire questi prodotti chiave, come vino, olio d’oliva, formaggi, ortofrutta e pasta. Se i dazi venissero introdotti, si stima che l’export potrebbe ridursi di un 15-30%, causando un grave danno stimato in 2 miliardi di euro all’anno per il settore, in un periodo già critico dato che gli USA rappresentano il terzo mercato di destinazione per l’export agroalimentare italiano.

Le conseguenze dei dazi sul settore agroalimentare

L’introduzione di dazi sui prodotti agroalimentari non colpirebbe solamente il vino, l’olio e i formaggi, ma avrebbe effetti a catena anche su altri settori del Made in Italy. I macchinari, gli autoveicoli e i prodotti farmaceutici, che insieme all’agroalimentare rappresentano l’immagine dell’eccellenza italiana negli Stati Uniti, rischiano di subire un contraccolpo significativo. La situazione effettivamente ricorda quanto accaduto ai titoli delle case automobilistiche dopo l’imposizione dei dazi su importazioni dall’America Latina, con cali che hanno interessato in particolare gruppi come Stellantis.

Stellantis, che presenta una forte presenza di fabbriche in Messico e Canada, potrebbe affrontare un colpo duro con perdite registrate da analisti pari a 3,4 miliardi di euro. Questa situazione suggerisce che le ripercussioni sui volumi d’affari di aziende legate al Made in Italy potrebbero avere effetti negativi anche sull’economia italiana, contribuendo a un quadro generale sfavorevole.

Focus sul settore vinicolo italiano

L’export di vino è uno dei settori più fiorenti per l’Italia negli Stati Uniti, con vendite che hanno toccato quasi 1,7 miliardi di euro nel 2024, rappresentando ben il 26% delle esportazioni totali agroalimentari verso quel mercato. La crescita continua delle vendite è alimentata anche dall’ottima performance dei vini spumanti, che hanno visto un incremento del 19%.

Da parte sua, l’Unione Italiana Vini avverte che i dazi al 25% insieme alle previsioni di recessione in Canada ed Europa potrebbero causare perdite di circa 1 miliardo di euro nel settore, favorendo la concorrenza di vini provenienti da altri Paesi come Argentina e Australia, i quali potrebbero approfittare della situazione a danno del prodotto italiano.

Impatti su altri settori e scenari futuri

Oltre al vino, l’Italia esporta notevoli quantità di prodotti da forno e farinacei, in cui si distingue la pasta, con un fatturato di 805 milioni di euro, e olio d’oliva che vale 670 milioni. Ma i danni non si limiterebbero ai sole importazioni alimentari, poiché i dazi imposti sulle importazioni dal Messico e Canada stanno già influenzando significativamente le case automobilistiche, come Stellantis, che potrebbe affrontare perdite dirette significative.

Il gruppo ha un’esposizione agli Stati Uniti pari a 14 miliardi di dollari e si trova a dover riflettere su due alternative: spostare la produzione negli Stati Uniti, un’operazione costosa e temporaneamente difficoltosa, oppure trasferire l’onere dei dazi sui prezzi di vendita, aumentando il costo delle vetture tra i 6mila e i 10mila dollari.

Potenziale di impatto sull’industria italiana

L’effetto di questa situazione potrebbe estendersi anche all’industria automobilistica italiana, direttamente coinvolta nella fornitura di pezzi di ricambio e dipendente dalla stabilità delle vendite. Le stime elaborate da Federcarrozzieri ipotizzano un incremento del 10% sui prezzi dei veicoli, con rincari medi che potrebbero arrivare fino a 2.500 euro per auto, compromettendo ulteriormente la domanda interna.

In questo contesto di incertezze economiche e commerciali, il futuro del settore agroalimentare e dell’export italiano negli Stati Uniti si presenta intriso di sfide rilevanti che richiederanno attenzione e soluzioni adeguate.

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