L’emicrania: malattia cronica e disabilitante, nuovo impegno per il riconoscimento sociale

L’emicrania non è solo un comune mal di testa, ma una condizione complessa e grave, soprattutto tra le giovani donne. Questa patologia si posiziona come principale causa di invalidità per questo gruppo demografico e comporta costi significativi per il Servizio Sanitario Nazionale. Recentemente, diverse innovazioni terapeutiche, inclusi gli anticorpi monoclonali, hanno offerto nuove speranze a chi soffre di attacchi frequenti. Un evento tenutosi a Roma ha messo in luce la necessità di un riconoscimento più ampio dell’emicrania, da malattia sociale a condizione cronica, richiamando l’attenzione su questi importanti sviluppi.

L’emicrania e il suo impatto sulla vita quotidiana

L’emicrania è una malattia disabilitante, caratterizzata da un dolore intenso e pulsante, frequentemente associato a nausea, vomito e agravamento della sensibilità a luci e suoni. Nel mondo, colpisce circa il 12% della popolazione, con una maggiore incidenza nelle donne: si stima che in Italia circa sei milioni di persone ne siano affette, di cui quattro milioni donne. La natura cronica dell’emicrania rende gli attacchi debilitanti e può compromettere gravemente la qualità della vita delle persone colpite.

La condizione incide negativamente su vari aspetti, tra cui relazioni sociali, carriera lavorativa, e benessere psicologico. Un sondaggio ha rivelato che il 25% delle donne affette da emicrania ha segnalato sintomi depressivi e ansiosi correlati agli episodi di malattia e ai disturbi del sonno. È chiaro quindi che l’emicrania non va sottovalutata; è fondamentale aumentare la consapevolezza sulle sue implicazioni per migliorare la vita di chi ne soffre.

La questione del riconoscimento della patologia

Durante l’evento “EMpatia, EMpowerment, EMicrania – Vivere la vita“, avviene un dibattito sul riconoscimento sociale dell’emicrania. Esperti come Cristina Tassorelli, direttore del Headache Science Centre, sottolineano l’importanza di creare una cultura del rispetto per le persone colpite da questa condizione. È necessario eliminare stigmi e migliorare l’informazione sulle opzioni terapeutiche disponibili, affinché i pazienti possano accedere ai migliori trattamenti in base alla loro specifica situazione. Il riconoscimento dell’emicrania come malattia cronica è un passo cruciale per garantire ai pazienti un’adeguata assistenza sanitaria.

La confusione tra emicrania e mal di testa genera ritardi nella diagnosi. Un’analisi condotta in dieci paesi europei ha rivelato che il 40% dei pazienti ha atteso oltre cinque anni per ricevere la giusta terapia. Questo ritardo può aggravare la condizione rendendo ancora più difficile il trattamento e la gestione quotidiana della malattia.

Opzioni terapeutiche e innovazioni

L’elenco delle opzioni terapeutiche per l’emicrania è in continua espansione. Vi sono farmaci acuti, come antinfiammatori e triptani, usati per alleviare i sintomi durante un attacco, e terapie preventive. Le nuove terapie, inclusi gli anticorpi monoclonali anti-CGRP, stanno emergendo come trattamenti promettenti, già in grado di ridurre gli attacchi fin dalle prime somministrazioni e con una tollerabilità giudicata eccellente. Tuttavia, resta il problema della loro scarsa diffusione in Italia, dove non sempre vengono seguite le linee guida europee per il loro utilizzo.

L’approccio terapeutico deve essere personalizzato, tenendo conto della gravità della malattia e delle peculiarità del paziente. Gli specialisti invitano a considerare aspetti come il sesso, l’età e le condizioni generali del paziente per formulare un piano di cura efficiente che possa migliorare la qualità della vita.

Impatto socio-economico dell’emicrania

Il costo legato all’emicrania in Italia è stimato attorno ai 20 miliardi di euro all’anno. Questo valore comprende spese dirette, come medicinali e visite mediche, e costi indiretti, inclusi giorni di lavoro persi e ridotta produttività. Inoltre, il 90% del costo totale è attribuito ai costi indiretti, evidenziando l’impatto economico della malattia non solo sui singoli, ma anche sull’intera economia.

Organon Italia ha dichiarato di voler aggiornare il proprio impegno nei confronti della salute femminile, ponendo l’emicrania al centro delle proprie attività. L’azienda ha annunciato di essere entrata nel network ‘Migraine Friendly Workplace‘, un’iniziativa che promuove l’inclusione delle persone con emicrania nei luoghi di lavoro, contribuendo a creare un ambiente in cui i dipendenti possano gestire la loro salute senza stigmatizzazioni.

L’approccio alla gestione dell’emicrania deve cambiare. È necessario che le istituzioni diano maggiore importanza al riconoscimento di questa malattia cronica all’interno delle politiche sanitarie, per garantire che chi ne soffre riceva le cure di cui ha bisogno e che il loro vissuto venga compreso e rispettato dalla società.

Published by