Le criptovalute continuano a suscitare un acceso dibattito tra investitori e analisti finanziari. Con una rappresentanza che si attesta intorno allo 0,70% del portafoglio globale degli strumenti d’investimento, secondo Trading View, queste asset class hanno raggiunto una dimensione tale da non poter più essere ignorate. Bitcoin ed Ethereum sono al centro dell’attenzione per il loro potenziale impatto sulle strategie di asset allocation.
Rendimento e rischi estremi delle criptovalute
Bitcoin ed Ethereum hanno dimostrato di avere rendimenti elevati ma anche un rischio altrettanto significativo. La loro storia è caratterizzata da fluttuazioni notevoli, con drawdown massimi che superano il 90% in alcuni periodi. Nonostante questa volatilità, i dati storici potrebbero non riflettere accuratamente le performance future delle due criptovalute. L’aumento dell’interesse da parte degli investitori istituzionali potrebbe contribuire a stabilizzare questi asset nel lungo termine.
Per gli investitori ampiamente diversificati, l’inclusione di bitcoin ed ethereum può modificare l’equilibrio del portafoglio senza necessariamente ridurre il rischio complessivo. È fondamentale adottare un approccio disciplinato nell’allocazione delle risorse in criptovalute per evitare esposizioni eccessive al rischio. L’analisi rigorosa dei dati è essenziale per ottimizzare la composizione del portafoglio.
In sintesi, mentre bitcoin ed ethereum presentano opportunità interessanti, richiedono anche una gestione attenta e informata per massimizzare i benefici senza compromettere la sicurezza dell’investimento.
Portafoglio di mercato globale: il ruolo delle criptovalute
Il Capital Asset Pricing Model offre un quadro utile per costruire portafogli diversificati includendo le criptovalute come parte della strategia d’investimento complessiva. Secondo uno studio indipendente condotto da DWS a giugno 2023, i digital asset rappresentavano lo 0,68% del mercato globale degli investimenti con una capitalizzazione totale stimata intorno ai 1.200 miliardi di dollari.
A confronto con altri strumenti tradizionali come l’oro — che ha una ponderazione del 3% — le criptovalute mostrano già segnali significativi nella composizione dei portafogli moderni. Sebbene la loro presenza sia ancora limitata rispetto ad asset consolidati come l’oro o le azioni tradizionali, questo dato indica un cambiamento nelle preferenze degli investitori verso nuove forme d’investimento.
L’inclusione crescente dei digital asset nei portafogli suggerisce che gli investitori stanno riconoscendo il valore potenziale delle criptovalute all’interno della propria strategia finanziaria più ampia.
Approccio Risk Parity nella costruzione del portafoglio
L’approccio Risk Parity mira a bilanciare equamente il contributo al rischio tra diverse classi di attivi all’interno di un portfolio investment strategy. Questo metodo si sta affermando sempre più tra gli operatori finanziari grazie alla sua capacità di gestire la volatilità intrinseca agli asset più rischiosi come bitcoin ed ethereum.
In uno scenario pratico dove vengono considerati undici diversi tipi d’investimenti insieme alle due principali criptovalute — assegnando rispettivamente quote modeste dell’1,4% al bitcoin e dell’1,2% all’ethereum — si osserva che queste ultime possono contribuire significativamente alla diversificazione generale senza sovraccaricare il profilo di rischio complessivo del portfolio stesso.
Questo approccio consente agli investitori avversi al rischio di esplorare opportunità nei mercati crypto mantenendo sotto controllo l’esposizione ai rischi associati alle fluttuazioni tipiche delle valute digitali.
Ottimizzazione della varianza media: allocazione ideale
Utilizzando modelli basati sull’ottimizzazione della varianza media, è possibile massimizzare i rendimenti attesi tenendo conto dei livelli desiderati di volatilità nel proprio investimento. Partendo dalle previsioni sul mercato dei capitali fornite da DWS riguardo alle classiche categorie d’investimento tradizionale, si può determinare quale dovrebbe essere l’allocazione ideale in bitcoin variando le aspettative sui rendimenti annualizzati tra lo zero e il 35%.
Ad esempio, se un investitore punta a mantenere una volatilità compresa fra l’8-9%, potrebbe decidere d’inserire nel proprio portfolio dal 3 al 5 percento in bitcoin se prevede rendimenti annualizzati compresi fra il 14-16%. Questa strategia permette agli operatori più tolleranti ai rischi di essere maggiormente esposti alla possibilità di alti ritorni economici su base annua.
È importante notare che chi cerca maggiore tranquillità notturna potrebbe preferire evitare completamente esposizioni dirette alle cripto valute; viceversa, coloro disposti ad affrontare sfide maggiormente impegnative potrebbero trovare vantaggi significativi dall’integrazione consistente nelle proprie scelte patrimonialistiche.
Tuttavia, anche gli ottimisti dovrebbero considerarsi prudentemente, limitando comunque eventuali allocazioni superiori oltre quota quattordici percento affinché possano preservarsi margini adeguatamente sicuri contro imprevisti futuri.
Questi aspetti evidenziano quanto sia cruciale comprendere non solo i numerosi fattori quantitativi ma anche quelli qualitativi legati all’utilizzo economico specifico delle singole cripto valutes presenti sul mercato oggi giorno.