Il progetto Icaros, frutto della collaborazione tra il collettivo artistico Opiemme e l’Istituto Italiano di Cultura di Bogotà, offre un’interessante interpretazione della poesia di Andrea Zanzotto, con un focus sui territori di Bogotà e Medellín. Questa iniziativa si propone di unire l’espressione poetica italiana e le esperienze culturali latinoamericane, utilizzando la creatività artistica per affrontare tematiche ambientali e sociali attuali.
Opiemme: un ponte tra parole e immagini
Opiemme, nato a Torino nel 1998, ha come missione quella di esplorare il dialogo tra parole e immagini, cercando di utilizzare la poesia come strumento di comunicazione e riflessione. I membri del collettivo, tra cui Davide Bonatti, Margherita Berardinelli e Tommaso Campano, perseguono il desiderio di portare avanti la voce della poesia, rendendola accessibile a un pubblico sempre più ampio. Il progetto Icaros, che prende il nome da un elemento mitologico, rappresenta un collegamento significativo tra l’Europa e l’America Latina, enfatizzando l’interazione tra cultura, natura e storia.
La selezione della parola Icaros ne rappresenta il duplice significato: da un lato richiama a un mito ricco di significati, dall’altro si collega a elementi naturali che sono fondamentali per entrambe le culture. Questa fusione di elementi permette al collettivo di affrontare questioni complesse, utilizzando la poesia come un mezzo per esplorare temi universali e specifici.
L’approccio di Zanzotto ai paesaggi e all’ambiente
La poesia di Andrea Zanzotto, attiva fin dagli anni ’50, si distingue per la sua profonda riflessione sul paesaggio e l’ambiente. Zanzotto, con le sue parole, ha saputo guardare oltre il contesto immediato, offrendo spunti di riflessione su una catastrofe climatica già in atto. Davide Bonatti sottolinea come il poeta abbia descritto questa crisi come “il delirio su cui si cerca di distendere un velo di dissimulazione”. Attraverso la sua scrittura, Zanzotto ha aperto gli occhi su un tema fondamentale che oggi interessa l’intero pianeta.
Icaros si inserisce in questa tradizione, utilizzando la poesia come strumento di sensibilizzazione. La scelta di ambientare queste opere in contesti come Bogotà e Medellín permette al progetto di raggiungere un pubblico diversificato, stimolando un dialogo sulle sfide ambientali e sul rapporto tra uomo e natura, elementi ricorrenti sia nella cultura italiana che in quella colombiana.
Collaborazioni sul territorio colombiano
Il legame tra Opiemme e la Colombia si concretizza anche attraverso residenze artistiche e collaborazioni con realtà locali. Nel 2022, il collettivo ha avviato una residenza presso la Fondazione Pistoletto, focalizzandosi sulle arti partecipative. Questo approccio ha trovato accoglienza nella Galleria Paul Bardwell di Medellín, dove è stata proposta la realizzazione di un murale in uno spazio pubblico. L’opera intende reinterpretare la storia della città, cercando di superare l’immagine legata agli anni di violenza e conflitto, in particolare all’epoca di Pablo Escobar.
In Bogotà, Opiemme ha creato un’opera esposta nell’atrio della sede dell’Istituto Italiano di Cultura, che stabilisce un dialogo significativo con il paesaggio locale. Questa installazione invita alla riflessione attraverso l’aforisma: “In questo progresso scorsoio, non so se vengo ingoiato, o se ingoio”. Un’acca, questo messaggio rappresenta un’interazione tra progresso e disastro, tema centrale nel lavoro di Zanzotto e ora reinterpretato nel contesto colombiano.
Il progetto Icaros, così, non solo celebra la poesia italiana, ma si impegna anche a costruire un ponte culturale, stimolando una conversazione su tematiche attuali, riflettendo sui legami che uniscono culture diverse e sul potere dell’arte come veicolo di cambiamento sociale.