L'america in crisi: segnali preoccupanti dall'economia e dai mercati finanziari - Socialmedialife.it
Negli ultimi giorni, la crisi economica ha alzato il suo velo sull’America, mettendo a nudo le fragilità del sistema. Le recenti dichiarazioni del presidente Donald Trump, durante il World Economic Forum, sono state seguite da un significativo deterioramento della situazione economica. Analizziamo i principali indicatori che segnano un cambiamento di rotta nell’economia statunitense.
Il mese di gennaio ha segnato l’inizio di un rallentamento significativo per i mercati finanziari. L’indice S&P 500 ha visto una perdita del 5,5% dall’inizio dell’anno, evidenziando un chiaro segnale di correzione. In questo contesto, il Nasdaq, che include molte delle principali aziende tecnologiche, ha subito perdite ancor più gravi, raddoppiando il calo dell’S&P 500. Complessivamente, le Big Tech hanno visto svanire oltre 1.600 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato dal primo gennaio ad oggi.
I fattori di preoccupazione non mancano: l’inasprimento delle misure tariffarie, come il recente scontro commerciale con il Canada, alimenta le incertezze. Le aspettative di inflazione continuano a deteriorarsi e la seduta di Wall Street, nonostante una breve associazione positiva con l’ipotesi di una tregua in Ucraina, ha chiuso in rosso. Gli indicatori ripresi dalla Federal Reserve Bank di New York mostrano un netto peggioramento rispetto a tre aree fondamentali: il tasso di disoccupazione, il numero di insolvenze e le aspettative di accesso al credito. C’è una crescente preoccupazione tra i consumatori, i quali anticipano un possibile deterioramento della propria condizione economica, segnale di una crisi di fiducia.
Nel recente resoconto settimanale, la Casa Bianca ha ribadito la narrativa dell’“Età dell’Oro”. Tuttavia, la realtà economica raccontata da Wall Street contrasta con questa affermazione. A seguito delle misure tariffarie decise da Trump, la situazione della bilancia commerciale statunitense è peggiorata, evidenziando un disavanzo di ben 131,4 miliardi di dollari a gennaio. Si tratta di un valore critico, paragonabile solo ai periodi più difficili, come quello dopo l’invasione russa in Ucraina nel marzo del 2022. Le previsioni delle banche d’affari indicano che la mancanza di chiarezza nelle politiche economiche potrebbe portare a un’ulteriore aggravamento della situazione. Citigroup e Wells Fargo hanno espresso preoccupazioni circa un marcato nervosismo nei mercati finanziari, evidenziando come il rapporto tra disavanzo e Prodotto Interno Lordo rimanga alto e potrebbe non vedere un miglioramento imminente.
Una delle aree più colpite è il Pil, la cui crescita si è registrata a un modesto 2,3% nel quarto trimestre, rispetto al 3,1% del trimestre precedente. Le stime degli esperti del Fondo Monetario Internazionale non promettono nulla di buono, prevedendo una crescita sostanzialmente limitata al 2,7% per l’anno in corso, mentre l’anno successivo potrebbe persino scendere a un 2,1%. Contestualmente, la spesa pubblica rimarrà stabilmente intorno al 23,1% del Pil nei prossimi due anni, secondo il Congressional Budget Office. Non si prevedono grandi riduzioni, segnali di una pressione finanziaria che potrebbe incombere sull’economia statunitense.
Il clima di incertezza, conseguenza delle politiche attuate, ha avuto un impatto diretto sulla percezione della situazione economica da parte delle famiglie. Secondo la Federal Reserve di New York, il numero di famiglie che si aspetta un peggioramento della propria situazione economica è salito al 27,4%, il valore più alto dal novembre 2023. L’aumento dei tassi di interesse sul debito pubblico contribuisce a questa preoccupazione: si prevede che, dagli 881 miliardi di dollari registrati a fine dell’anno scorso, si arrivi a toccare i 952 miliardi quest’anno. Gli esperti dell’European Council on Foreign Relations avvertono che i dazi imposti dal governo statunitense agiranno come una tassazione aggiuntiva, aggiungendo un ulteriore peso sull’economia.
Malgrado le sfide crescenti, Trump e la sua amministrazione continuano a promulgare una narrativa di ottimismo. Tuttavia, nei sondaggi della Federal Reserve di New York, la fiducia negli investimenti azionari è in calo. La probabilità media percepita che i prezzi delle azioni saliranno nei prossimi dodici mesi è scesa drasticamente, indicando un sentimento negativo fra gli investitori. Con un debito crescente e un calo della fiducia popolare, l’amministrazione deve fronteggiare un periodo difficile, dove la ripresa economica sembra lontana e incerta.