L’amministratore delegato settantatreenne Bob Iger, richiamato d’urgenza nell’autunno del 2022 per risollevare le sorti di Disney, ha intrapreso un percorso di ristrutturazione che ha portato a risultati sorprendenti, frutto di numerosi tagli e sacrifici. Tuttavia, la competizione nel settore dello streaming, sempre più serrata, rappresenta una sfida significativa per il colosso dell’intrattenimento.
Calano gli abbonati di Disney+
Nel primo trimestre del 2025, Disney+ ha registrato una flessione nel numero di abbonati, scendendo a 124,6 milioni, rispetto ai 125,3 milioni del trimestre precedente, con una perdita di 700.000 iscritti. Questo declino è stato attribuito all’effetto Netflix, che ha recentemente annunciato l’acquisizione di 18,9 milioni di nuovi abbonati, portando il totale globale a quasi 302 milioni. Nonostante Disney+ possa vantare un catalogo di contenuti iconici, tra cui i classici cartoni animati, le produzioni di Star Wars, Indiana Jones e I Simpson, la piattaforma ha visto diminuire il suo appeal. Per cercare di attrarre nuovamente gli utenti, Disney+ prevede di riportare in auge Buffy l’ammazzavampiri, una serie cult degli anni ’90 con Sarah Michelle Gellar.
Le strategie di contenuto dovranno dimostrarsi efficaci per invertire questa tendenza. Nonostante Disney definisca il calo come un “modesto declino”, è evidente che il servizio ha subito una battuta d’arresto dopo un periodo di crescita costante.
Come va globalmente Disney?
La situazione complessiva di Disney, già nota per la sua grave crisi, sta mostrando segni di miglioramento. Nel trimestre concluso a fine 2024, la società ha riportato ricavi per 24,69 miliardi di dollari, con un incremento del 4,84% rispetto ai 23,55 miliardi di dollari dello stesso periodo dell’anno precedente, superando le previsioni degli analisti. L’utile netto ha visto un incremento significativo, raggiungendo 2,55 miliardi di dollari, rispetto agli 1,91 miliardi di dollari del primo trimestre fiscale 2024. L’utile per azione si è attestato a 1,40 dollari, con un Eps rettificato di 1,76 dollari, battendo le stime fissate a 1,45 dollari.
Anche il reddito prima delle imposte ha mostrato un aumento, attestandosi a 3,7 miliardi di dollari. I ricavi provengono principalmente dal segmento Entertainment, che ha registrato vendite per 10,87 miliardi di dollari, con una crescita del 9% su base annua. Il segmento Sports ha mantenuto entrate per 4,85 miliardi di dollari, mentre il segmento Experiences ha visto un incremento del 3%, raggiungendo 9,42 miliardi di dollari.
Il miracolo di Iger
Il flusso di cassa operativo per il trimestre è stato di 3,21 miliardi di dollari. Dopo aver investito 2,47 miliardi di dollari in parchi tematici e altre infrastrutture, il free cash flow si è attestato a 739 milioni di dollari, in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La società ha avviato un programma di riacquisto di azioni per un valore di 794 milioni di dollari, con un obiettivo di buyback fino a 3 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2025.
Bob Iger, richiamato in fretta per affrontare la crisi del gigante dell’intrattenimento, ha portato a termine una missione complessa, riuscendo a stabilizzare i conti di Disney. Tuttavia, la situazione di Disney+ rimane critica, con l’azienda che prevede un ulteriore calo delle sottoscrizioni nel secondo trimestre del 2025, evidenziando che la lotta contro la concorrenza nel settore dello streaming è lungi dall’essere conclusa.