La storia del cemento: dal Pantheon al palazzetto dello sport di Nervi - Socialmedialife.it
Nel 1960, Roma ha ospitato le Olimpiadi, una manifestazione che ha marcato un’epoca non solo per lo sport, ma anche per l’architettura. Progettato dallo stimato architetto Pier Luigi Nervi, un palazzetto dello sport è stato realizzato in questa occasione, venendo paragonato al famoso Pantheon. La struttura è caratterizzata da una cupola di 60 metri di diametro, realizzata con oltre 1600 pezzi, sostenuta da 36 robusti pilastri di cemento armato. Questo edificio è l’emblema di un materiale con una storia millenaria, l’opus caementicium, che i Romani hanno usato per costruire opere monumentali, tra le quali la cupola del Pantheon, la più grande e perfetta della sua epoca.
Negli anni successivi alla scoperta dell’opus romano, il panorama edile ha subito una notevole evoluzione. Nel XIX secolo, gli architetti e i costruttori hanno indagato a lungo per capire come replicare la robustezza e la lungimiranza dell’incredibile materiale usato dai Romani. Da questo impegno è nato il cemento moderno, un punto di svolta che ha permesso la costruzione di opere architettoniche enormi e innovative. Oggi il cemento non è solo un materiale da costruzione, ma rappresenta un pilastro della vita sociale ed economica italiana, permettendo la realizzazione di strutture affidabili e durature. Il suo sviluppo ha contribuito alla creazione di veri e propri simboli dell’architettura contemporanea.
Il palazzetto dello sport di Nervi è solo una delle numerose opere significative in cemento che decorano il paesaggio architettonico italiano. Tra queste si annoverano la Torre Velasca, progettata dallo studio BBPR, il ponte sul Basento progettato da Sergio Musmeci, il MAXXI, museo di arte contemporanea ideato da Zaha Hadid, e Palazzo Italia, realizzato dallo studio Nemesi a Milano. Queste opere rappresentano non solo un’eccellenza progettuale, ma sono anche il risultato di periodi storici differenti, utilizzando il cemento in modi innovativi e distintivi. Queste realizzazioni, pur nascendo in contesti diversi, condividono la capacità di innovare e sorprendere, grazie all’uso di un materiale così versatile.
Il legame tra il cemento e l’architettura è al centro della serie di podcast intitolata “Grigio Forte“, realizzata da Chora Media in collaborazione con l’Industria Italiana del Cemento . Attraverso narratori d’eccezione, come storici dell’ingegneria e architetti, i podcast offrono uno sguardo approfondito su ciascuna delle cinque opere emblematiche, esplorando non solo le tecnologie impiegate, ma anche le storie e le sfide affrontate nella loro realizzazione. Tullia Iori, storica dell’ingegneria e direttrice scientifica dell’IIC, ha il compito di guidare l’ascoltatore nella scoperta di questo materiale ‘brutalista’, cercando di trasmettere la sua durevolezza e la sua bellezza, e il valore che ha assunto nel corso dei secoli.
Il primo episodio, “La cupola del palazzetto è un puzzle“, è già disponibile sulle più diffuse piattaforme di streaming. Gli episodi successivi esploreranno diverse opere iconiche: “Se la torre è un’icona ma non piace a tutti” sarà lanciato il 20 marzo; “Il ponte dalla forma senza nome” seguirà il 27 marzo; “Questo museo non è come gli altri” debutterà il 3 aprile; e infine “C’è un palazzo che mangia lo smog” uscirà il 10 aprile. Questo percorso di ascolto offre una sovrapposizione affascinante tra architettura, ingegneria e un materiale fondamentale che continua a plasmare l’ambiente urbano e il nostro quotidiano.