La Russia celebra il film trionfatore agli Oscar, ma il malcontento ucraino rimane

In un contesto di tensione internazionale, il film di Sean Baker trionfa agli Oscar, mentre la candidatura di Yura Borisov suscita reazioni contrastanti in Russia e Ucraina.
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La Russia celebra il film trionfatore agli Oscar, ma il malcontento ucraino rimane - Socialmedialife.it

In un clima di tensione internazionale, la Russia assiste con orgoglio al trionfo del film di Sean Baker agli Oscar, a dispetto della mancata candidatura di Yura Borisov. La figura del body guard dal cuore tenero di Anora è stata celebrata, ma il contesto politico e sociale rende la situazione complessa. A New York, la villa dove è stata girata una scena del film ha suscitato interesse per i suoi legami con l’oligarca Vasily Anisimov, legato al regime di Vladimir Putin.

La villa di Basin Mill: un set d’eccezione per il film

Il New York Post ha documentato la storia della villa di Basin Hill, situata a soli 45 minuti da Manhattan. Rinnovatasi con sontuosità, questa mansion è diventata un’ambientazione chiave per il film di Sean Baker che racconta la vita di una sex worker. Attualmente di proprietà di Michael Davidoff, un finanziere che vive con la famiglia nella dimora acquistata nel 2021 per sette milioni di dollari, la villa ha avuto una storia affascinante. In passato è appartenuta ad Anna Anisimova, ereditiera russa con il soprannome di “Paris Hilton russa”, mentre il padre Vasily Anisimov, uno degli ex proprietari, era stato messo nella lista nera del Dipartimento del Tesoro americano nel 2018, evidenziando i legami tra la proprietà e il regime di Putin.

La villa ha attratto diversi investitori russi nel corso degli anni. La sua costruzione, ricca di dettagli architettonici e rinnovata senza risparmi, sembra incarnare lo stile di vita di una élite russa che cerca rifugio e successo negli Stati Uniti. I designer dei set hanno potuto sfruttare al meglio l’opulenza di questa residenza per dare vita a scene che esprimono la complessità della storia presentata nel film.

L’importanza degli Oscar in Russia e le reazioni contrastanti

Dopo la scomunica dell’invasione in Ucraina, gli Oscar hanno riacquistato un’enfasi in Russia, con un’attenzione particolare rivolta ai membri del cast russi, incluso Yura Borisov. Per la prima volta dopo molti anni, il suo nome è apparso tra i candidati agli Oscar, una piccola grande conquista che ha fatto notizia. Anche se Borisov non ha portato a casa il premio, la sua performance è stata elogiata perfino da Robert Downey Jr., in un momento di celebrazione del talento artistico.

Sergei Markov, esperto di politica e commentatore pro-Putin, ha utilizzato i social media per sostenere che la cultura russa non possa essere annullata dalla guerra e che l’Occidente dovrà un giorno confrontarsi con questo fatto. Tuttavia, non tutti in Russia condividono questo entusiasmo. Gli ucraini, in particolare, hanno percepito con preoccupazione la candidatura di Borisov, vedendola come un tentativo di normalizzazione culturale tra le nazioni in conflitto.

Le dinamiche culturali sono perturbate dalla situazione politica e dalle percezioni all’interno delle due nazioni. Borisov, noto per aver interpretato ruoli che enfatizzano la narrativa patriottica russa, si è trovato in una posizione ambivalente. Eppure non ha espresso apertamente sostegno al regime, mantenendo un approccio neutro che gli consente di operare tra Russia e Occidente.

La critica cinematografica sotto scacco

Nel clima di repressione attuale, il caso di Ekaterina Barabash, critica cinematografica, ha attirato l’attenzione per i suoi sviluppi drammatici. Arrestata a Mosca, Barabash rischia fino a dieci anni di carcere per aver diffuso quelle che sono state etichettate come “informazioni false” sull’esercito russo. L’incidente mette in luce la crescente tensione all’interno della Russia nei confronti di qualsiasi dissenso.

In questo contesto di repressione, la figura di Borisov e quella di altri attori russi che hanno cercato di costruirsi una carriera negli Stati Uniti brillano come simboli di successo, ma anche di conflitto. In un’intervista, Michael Idov, scrittore e sceneggiatore, ha notato come il clima di accoglienza mostrato a Hollywood fluisca in un contrasto netto con la realtà che vivono i critici e gli intellettuali in patria.

La celebrazione di un film agli Oscar è solo una facciata in un panorama complesso, dove le divisioni culturali e politiche si intrecciano e dove la libertà di espressione si scontra con il regime autoritario.

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