Papa Francesco ha apportato significativi cambiamenti alle tradizioni culinarie del Vaticano, rinunciando ai privilegi e agli sfarzi che hanno caratterizzato i pasti dei suoi predecessori. Il pontefice ha sempre sottolineato l’importanza del cibo come dono divino e ha affrontato il tema dello spreco alimentare, definendolo «tra i più deprecabili». La sua visione della tavola come luogo di condivisione si riflette nelle sue abitudini quotidiane. Un libro della storica Fiorenza Cilli, intitolato “A Cena con i Papi”, esplora la storia delle abitudini alimentari dei pontefici, evidenziando le differenze tra le sontuose cene di Leone X e la semplicità dei pasti di Francesco.
Cambiamenti nelle cucine vaticane
Con l’arrivo di Papa Francesco, le cucine vaticane hanno subito una trasformazione radicale. Le consuetudini culinarie che per secoli avevano contraddistinto la vita papale sono state stravolte. Secondo quanto riportato da Cilli, il papa ha deciso di chiudere le cucine riservate e mangiare ciò che veniva preparato per gli altri membri del clero a Santa Marta, dove risiede. Questa scelta non è stata solo una questione pratica ma anche un messaggio simbolico: tutti meritano lo stesso trattamento a tavola.
Prima dell’era Francesco, i pasti papali erano un vero e proprio spettacolo culinario. A partire dal 1500, infatti, i papi provenivano da famiglie nobiliari e portavano con sé usanze regali anche in cucina. I banchetti erano opulenti ed esibivano potere attraverso piatti elaborati e posti a sedere distintivi. Ad esempio, Bonifacio VIII era noto per mangiare su poltrone altissime per affermare la sua autorità.
La decisione di Papa Francesco di abolire queste pratiche è stata una vera rottura rispetto al passato: non solo mangiava gli stessi piatti degli altri prelati ma non seguiva nemmeno gerarchie nel posto a sedere durante i pasti.
L’importanza della condivisione
Uno degli aspetti più significativi dell’approccio gastronomico di Papa Francesco è stato il suo forte richiamo alla convivialità durante i pasti. Il papa sottolineava frequentemente l’importanza della compagnia mentre si mangia; credeva fermamente che condividere il cibo fosse un modo per avvicinarsi alle persone ed esprimere solidarietà.
Questa filosofia si rifletteva anche nei suoi discorsi pubblici e nelle encicliche in cui affrontava temi legati all’ambiente e alla sostenibilità alimentare. L’ecologia era parte integrante del suo messaggio anche quando si trattava dell’alimentazione quotidiana; promuoveva uno stile alimentare responsabile sia verso gli esseri umani sia verso gli animali.
Francesco invitava tutti a considerare ogni pasto come un’opportunità per costruire relazioni più forti tra individui diversi; questo approccio inclusivo rappresenta una novità significativa rispetto ai precedenti stili autocratici delle tavole pontificie.
Le preferenze culinarie del papa
Le scelte alimentari personali di Papa Francesco rivelano molto sulla sua personalità sobria ed essenziale. Prediligeva frutta fresca e verdura stagionale proveniente dagli orti vaticani; questa attenzione alla qualità degli ingredienti dimostra un impegno verso pratiche sostenibili nella cucina papale.
Sebbene avesse ridotto significativamente il consumo di carne – probabilmente anche per motivazioni etiche – talvolta ammetteva che doveva seguire indicazioni mediche riguardo all’alimentazione equilibrata. In alcune occasioni scherzava sul fatto che “ai vecchietti danno solo pesciolini”, rivelando così un lato umano nel suo approccio al cibo semplice ma nutriente.
Tra le sue golosità più note ci sono dolci tipici argentini come il dulce de leche oltre alla bagna cauda piemontese; questi dettagli offrono uno spaccato interessante sulla cultura culinaria personale del papa argentino mentre egli continua ad ispirare nuove generazioni attraverso gesti quotidiani semplici ma profondamente significativi.
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