La serie ‘Di Adolescence‘, disponibile su Netflix, torna a mettere in luce questioni di grande rilevanza sociale attraverso una narrazione intensa e coinvolgente. Creato e co-sceneggiato da Stephen Graham e Jack Thorne, il progetto si avvale di una ricca collaborazione con artisti che hanno già lavorato con Graham in opere precedenti. La serie affronta direttamente le problematiche giovanili, ponendo domande cruciali sulla salute mentale e le difficoltà emotive dei ragazzi di oggi.
La collaborazione tra artisti
Stephen Graham non è nuovo a collaborazioni significative, avendo già lavorato con Jack Thorne in serie di successo come ‘This Is England’ negli anni ’80 e ’90. Con il suo approccio autentico e radicato nelle esperienze, Graham ha di nuovo scelto di unire le forze con volti che conosce bene, come Christine Tremarco, che interpreta sua moglie, e anche con Erin Doherty e Ashley Walters, già visti insieme in ‘A Thousand Blows‘. La direzione della serie è affidata a Philip Barantini, noto per il suo lavoro in ‘Boiling Point‘, portando con sé uno stile narrativo che riesce a colpire il pubblico.
L’aspetto più interessante di questa produzione è la sua capacità di riunire un gruppo ben collaudato di attori e professionisti del settore, creando un ambiente familiare che appare chiaramente sullo schermo. Questo non solo arricchisce il contenuto della serie, ma offre anche un senso di autenticità che può risuonare con chiunque abbia vissuto o osservato le complesse dinamiche della crescita.
La rappresentazione della violenza giovanile
Tra i temi predominanti nella serie ci sono i problemi legati alla violenza giovanile e alla salute mentale dei ragazzi. Graham ha voluto che ‘Di Adolescence’ fosse un riflesso della realtà, uno specchio delle notizie di cronaca che parlano di accoltellamenti tra giovani. In un episodio notevole, strutturato quasi come un thriller, si seguono gli eventi che ruotano attorno a Jamie e alla sua psicologa. In questa narrazione emerge una potente esplorazione della rabbia repressa del personaggio, che culmina in un’esplosione emotiva.
Erin Doherty offre una performance toccante nel ruolo della psicologa, mentre Owen Cooper, al suo esordio, si dimostra sorprendente nel ritrarre le complessità del suo personaggio. Jamie emerge così come una figura vulnerabile e spavalda al tempo stesso, costretta a confrontarsi con le proprie paure e i propri desideri di accettazione. Il parallelismo tra il suo comportamento e le drammatiche scelte che lo portano a commettere atti violenti crea un impatto devastante, invitando lo spettatore a riflettere su cosa possa portare un giovane a tali estremi.
Un messaggio per i genitori
Graham ha espresso chiaramente il motivo che lo ha spinto a creare ‘Di Adolescence’: la necessità di affrontare temi di rilevanza sociale, ponendo una lente d’ingrandimento sulle problematiche quotidiane degli adolescenti. In un mondo sempre più difficile, affollato di stimoli tossici, la serie si propone di stimolare una conversazione fondamentale tra genitori e figli.
Il messaggio che risuona nel cuore della narrazione è di grande rilevanza: i ragazzi stanno attraversando momenti assai complessi, e spesso i genitori non sono del tutto consapevoli della profondità delle difficoltà che i propri figli stanno affrontando. Graham e il suo team intendono utilizzare la serie per sensibilizzare la società, invitando i genitori a non ignorare i segnali di malessere e a impegnarsi attivamente per sostenere i propri figli.
In un’epoca in cui le comunicazioni sono frequentemente superficiali, ‘Di Adolescence’ spera di aprire un dialogo sincero, auspicando che ciò possa generare una maggiore comprensione e supporto nelle relazioni familiari. Questa sfida narrativa si rivela, quindi, non solo un racconto di fiction, ma un appello a tutti gli adulti perché si facciano portavoce di un cambiamento necessario per il benessere dei più giovani.