La musica come atto di ribellione: la storia di un uomo multato per aver suonato in lockdown

Un residente di Barlassina ha diffuso musica durante il lockdown per rallegrare i vicini, ma è stato multato da un vigile. Dopo cinque anni, ottiene giustizia in tribunale.
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Un episodio accaduto a Barlassina, un piccolo comune della Brianza, ha richiamato alla mente una scena iconica del film “Le ali della libertà“, ispirato a un racconto di Stephen King. Durante il lockdown del 2020, un uomo ha deciso di allietare le serate dei suoi vicini con della musica diffusa dalle finestre. Tuttavia, il suo gesto altruista si è trasformato in una controversia legale che ha suscitato l’attenzione dei media.

Il gesto altruista durante il lockdown

Nel marzo 2020, mentre l’Italia affrontava le severe restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19, molte persone cercavano modi creativi per mantenere alto il morale e sentirsi unite nonostante la distanza fisica. In questo contesto, un residente di Barlassina ha iniziato a suonare musica dal suo impianto stereo ogni sera. L’intento era semplice: offrire ai suoi vicini una pausa dalle ansie quotidiane e creare un momento di convivialità attraverso le note musicali.

Il gesto inizialmente è stato ben accolto dai residenti del quartiere. Ogni sera alle stesse ora i cittadini si affacciavano alle finestre per ascoltare brani che spaziavano dalla musica classica al pop. Questo rituale serale sembrava rappresentare uno spiraglio di normalità in tempi difficili e contribuiva a rafforzare i legami tra i vicini.

Tuttavia, non tutti erano favorevoli all’iniziativa musicale. Un vigile urbano ha ritenuto che la diffusione della musica potesse costituire disturbo alla quiete pubblica e ha deciso quindi di intervenire.

L’intervento delle autorità

Una sera qualsiasi durante queste esibizioni improvvisate, il vigile urbano si è recato presso l’abitazione dell’uomo con l’intento di fermarlo. Secondo quanto riportano fonti locali, dopo aver chiesto all’uomo di interrompere la sua attività musicale senza successo, il vigile avrebbe proceduto a smontare personalmente l’impianto stereo dal davanzale dell’abitazione.

Questo intervento non solo ha portato a uno scontro verbale tra i due uomini ma anche a una multa salata per oltraggio a pubblico ufficiale nei confronti dell’uomo che aveva cercato solo di portare gioia nel suo quartiere durante momenti così critici.

La situazione sollevò interrogativi sulla proporzionalità delle azioni intraprese dalle autorità rispetto al gesto innocuo dell’uomo e sul ruolo della comunità nel sostenere iniziative positive anche in situazioni straordinarie come quella vissuta nel periodo pandemico.

La battaglia legale e la vittoria finale

Dopo aver ricevuto la multa ed essere stato coinvolto in questa controversia con le autorità locali, l’uomo non si è dato per vinto e ha deciso di fare ricorso contro la sanzione ricevuta. Nel corso degli anni successivi sono seguiti diversi processi legali che hanno visto coinvolti anche alcuni testimoni: i vicini stessi hanno confermato come gli eventi musicali fossero stati apprezzati da tutti loro piuttosto che considerati disturbanti.

Dopo cinque anni dall’inizio della battaglia legale contro quella multa contestata ingenerosamente dal vigile urbano, finalmente giunge notizia positiva: l’uomo ottiene ragione nella sua causa contro lo Stato locale. Questa sentenza rappresenta non solo una vittoria personale ma anche simbolica; sottolinea quanto sia importante riconoscere gesti altruisti anche nei momenti più bui ed evidenzia come talvolta le buone intenzioni possano essere fraintese o mal interpretate da chi deve far rispettare le regole.

L’episodio rimane emblematico non solo per quanto riguarda gli aspetti giuridici ma soprattutto perché mette in luce il potere curativo della musica nelle vite quotidiane delle persone comuni durante periodi difficili come quello vissuto nella pandemia globale.