Ingresso in aula di Nazia Shaheen
Il 15 gennaio 2025, Nazia Shaheen, madre di Saman Abbas, ha fatto il suo ingresso nell’aula della Corte di appello di Bologna, in un contesto di intensa tensione e attenzione mediatica. Scortata da agenti della polizia penitenziaria, la donna ha attraversato il cortile con lo sguardo basso, indossando un abito tradizionale scuro, un velo che copriva la testa e parte del volto, e una mascherina chirurgica. Questo incontro rappresenta il suo primo contatto con il sistema giudiziario italiano dopo l’estradizione dal Pakistan avvenuta lo scorso agosto.
La postura riservata di Nazia
All’interno dell’aula Bachelet, Nazia ha mantenuto una postura riservata, coprendosi il volto con le mani, anche quando ha visto il marito, Shabbar Abbas, entrare e prendere posto nella gabbia degli imputati, situata dall’altra parte della sala. Shabbar, anch’egli vestito di scuro e con un giaccone verde, ha indossato un cappuccio prima di entrare, sottolineando la gravità della situazione.
Il processo di appello
La prima udienza del processo di appello per l’omicidio di Saman, la diciottenne di Novellara, ha visto la presenza di tutti e cinque i familiari accusati. Oltre ai genitori, già condannati all’ergastolo, era presente anche lo zio di Saman, Danish Hasnain, che sta scontando una pena di 14 anni. La sua condanna è attualmente oggetto di appello, sia da parte del suo legale che della Procura, che ha richiesto un inasprimento della pena.
Presenza dei cugini di Saman
In aula, fin dalle prime ore del mattino, erano presenti anche i due cugini di Saman, Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, entrambi a piede libero dopo l’assoluzione da parte della Corte di assise di Reggio Emilia, avvenuta a dicembre 2023. Tuttavia, la Procura ha presentato appello contro questa decisione, mantenendo alta l’attenzione su un caso che ha profondamente scosso l’opinione pubblica italiana.
Un momento cruciale nel processo
La presenza di Nazia Shaheen in aula segna un momento cruciale nel lungo e complesso iter giudiziario che circonda la tragica morte di Saman Abbas. La sua testimonianza e il suo stato d’animo rappresentano un aspetto fondamentale di un processo che continua a suscitare emozioni e interrogativi in una società che cerca giustizia e verità.