La giornata della memoria: il ricordo delle vittime innocenti delle mafie a Trapani

Il 21 marzo si celebra la XXX Giornata della memoria per le vittime innocenti delle mafie a Trapani, un evento che promuove giustizia e riflessione collettiva sul crimine organizzato.
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Il 21 marzo si avvicina e con esso la ‘XXX Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie’. Questo evento, organizzato dall’associazione Libera a Trapani, porta alla ribalta storie di dolore e speranza, in occasione di una ricorrenza che vuole mantenere vivo il ricordo delle vittime del crimine organizzato. I cittadini si uniscono per riflettere sul passato e promuovere un futuro diverso, cercando insieme la verità e la giustizia per tutti coloro che hanno subito a causa delle mafie.

Margherita Asta: una testimonianza di dolore e resilienza

Margherita Asta è una figura di spicco che rappresenta il dramma delle vittime innocenti, avendo subito personalmente la perdita della madre e dei suoi gemellini in un attentato nel 1985 a Pizzolungo. In quella tragica occasione, un’autobomba aveva come obiettivo il pubblico ministero Carlo Palermo, ma a perdere la vita furono tre innocenti: Barbara Rizzo, 33 anni, e i suoi figli di sei anni, Salvatore e Giuseppe Asta. Margherita aveva solo dieci anni e, sebbene non fosse in auto quel giorno, un evento fortuito le ha risparmiato la vita.

Intervistata da Adnkronos, Margherita condivide la sua esperienza di dolore attraverso un impegno attivo. Vivendo attualmente a Parma, dove si è trasferita per il marito, ritorna in Sicilia per riprendere contatto con la sua terra natale e per mantenere viva la memoria di chi ha perso. Invece di considerare la sua storia come un peso da portare, la descrive come una responsabilità necessaria per garantire che tali tragedie non accadano più. Nel corso degli anni ha trovato conforto e un senso di scopo nel raccontare la sua esperienza e nel lavorare al fianco di Libera.

Il significato della memoria per le famiglie delle vittime

Margherita sottolinea che il dolore non deve essere visto come un fardello, ma piuttosto come un dovere civico da adempiere. “Rimanere in vita mi ha fatto sentire il senso del dovere di preservare la memoria di quelli che non ci sono più,” afferma. La sua attività di testimonianza ha come obiettivo quello di trasmettere le storie di Barbara, Salvatore e Giuseppe Asta, insieme a tutti gli altri innocenti.

La memoria, come sostiene Margherita, è fondamentale non solo per onorare le vittime, ma anche per educare le generazioni future sui pericoli della mafia. La sua esperienza la porta a considerare anche il ruolo di Carlo Palermo e degli agenti di scorta coinvolti nell’attentato, i quali meritano di essere ricordati per il loro coraggio e la loro dedizione. L’importanza di raccontare la verità su quanto accaduto rappresenta un passo fondamentale verso la giustizia.

La lotta per verità e giustizia

Nel corso degli anni, Margherita e altri familiari delle vittime hanno lavorato incessantemente per costruire una memoria collettiva che faciliti un impegno sociale profondo e continui. Nonostante il passare del tempo, la ricerca della verità rimane una delle priorità principali. “Il diritto alla verità è spesso negato, con oltre l’80% delle famiglie che non conosce le ragioni dietro la perdita dei propri cari,” evidenzia. Inoltre, enfatizza l’importanza di avere processi rapidi e giusti per le vittime, poiché molti si sentono abbandonati dalle istituzioni.

L’operato della magistratura viene lodato ma, chiede giustamente, “un’indagine deve essere dignitosa e rispettosa nei confronti di chi ha subito.” Ciò che è vitale è identificare le colpe e rendere giustizia alle famiglie. Durante la giornata della memoria, i nomi di 1.101 vittime innocenti saranno letti in segno di rispetto e consapevolezza. Margherita ribadisce che l’evento non è mera retorica per le passerelle.

La manifestazione del 21 marzo: uniti per il cambiamento

La manifestazione di questo 21 marzo porterà nelle strade di Trapani oltre 500 familiari delle vittime, associazioni, sindacati e cittadini comuni. Margherita sottolinea che non si tratta di una data di sola commemorazione, ma di un’invocazione al cambiamento sociale e culturale. “Leggeremo nomi che rappresentano storie di famiglie spezzate,” aggiunge, così da riportare alla mente della comunità l’impatto devastante delle mafie nella vita delle persone.

Questa giornata funge da catalizzatore per il coinvolgimento attivo durante tutto l’anno, poiché “non è solo un punto di arrivo, è il primo passo verso una riflessione profonda sui valori della giustizia e della memoria.” Margherita e tanti altri credono fermamente che il ricordo delle vittime debba trasformarsi in impegno quotidiano.

La Giornata della memoria non è solo un atto simbolico; è l’inizio di un percorso che mira a costruire un futuro dove le storie di vittime innocenti possano servire da monito e ispirazione per un cambiamento duraturo nella società.

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