La felicità come attitudine: il ruolo dell'intelligenza emotiva nell'educazione dei giovani

La felicità è un obiettivo universale per l'umanità, ma non è semplicemente un fatto di fortuna o destino. Secondo Claudio Mencacci, past president della Società Italiana di Psichiatria, è un'attitudine che si può sviluppare. In un'intervista rilasciata a Adnkronos Salute, Mencacci esplora l'importanza di educare i bambini a confrontarsi con il mondo attraverso un approccio positivo e ottimista, enfatizzando il valore dell'intelligenza emotiva nel percorso educativo. Inoltre, la felicità risulta essere uno dei fattori chiave per la longevità, come evidenziato da ricerche scientifiche recenti.

La neurochimica della felicità e i suoi benefici

Mencacci illustra come la neurochimica della felicità giochi un ruolo cruciale nel migliorare la qualità della vita e nel prolungarla. La felicità è legata a diversi neurotrasmettitori, tra cui ossitocina, vasopressina e dopamina. Quest'ultima, in particolare, è stata al centro di numerosi studi. Essa non solo migliora il morale, ma ha anche un effetto positivo sul sistema immunitario, stimolando le difese dell'organismo e mostrando proprietà antinfiammatorie.

Quando una persona sperimenta stati di felicità, si verifica un aumento della soglia del dolore, rendendo la vita affrontabile. Mencacci sottolinea che esistono varie ricerche che hanno messo in luce i benefici della felicità, tant'è che la condizione di essere grati risulta direttamente collegata a una vita più felice e meno stressante. Le persone che praticano la gratitudine tendono a mostrare livelli più elevati di benessere psicologico.

La gentilezza: un ingrediente fondamentale per la felicità

Oltre alla gratitudine, un altro aspetto che influisce sulla felicità è la gentilezza, soprattutto verso se stessi. Durante periodi difficili, sapersi trattare con gentilezza è un fattore che contribuisce a mantenere un equilibrio psicologico. Mencacci evidenzia che la capacità di essere gentili non solo verso se stessi, ma anche verso gli altri, migliora la capacità di affrontare ansia e depressione.

La ricerca condotta dall'Università di Harvard ha dimostrato l'importanza delle relazioni interpersonali nel determinare il livello di felicità di un individuo. Questo studio, che si estende per 87 anni, ha identificato come fattore predominante dell'essere felici l'amore. Chi ama e riceve amore, che sia da parte di partner, famiglia o amici, ha maggiori possibilità di vivere una vita serena. Le relazioni significative non sono solo una questione affettiva, ma sono fondamentali anche dal punto di vista della longevità.

Insegnare la felicità alle nuove generazioni

Secondo Mencacci, le persone che amano e sono amate hanno la predisposizione a essere felici. Questo implica che la felicità non sia soltanto un dono innato, ma anche qualcosa che può essere insegnato. In riferimento ai giovani, sottolinea l’importanza di sviluppare l’ottimismo e la comprensione emotiva. I genitori hanno il compito di promuovere nei propri figli la manifestazione di tutte le emozioni, positive e negative.

In effetti, Mencacci suggerisce che i genitori dovrebbero incoraggiare l’autonomia emotiva dei propri figli, fungendo da modelli positivi. Questo approccio educativo non solo arricchisce il benessere psichico dei giovani, ma si traduce anche in una qualità e durata della vita maggiori. L'insegnamento delle competenze emotive, unite all’espressione delle emozioni, gioca un ruolo cruciale nel formare adulti capaci di affrontare le sfide della vita con resilienza e ottimismo.

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