Una nuova mostra nei Musei Vaticani celebra il recupero di un’importante opera di Andrea Mantegna. L’esposizione, intitolata “Il Mantegna di Pompei. Un capolavoro ritrovato”, è dedicata alla Deposizione di Cristo e mette in evidenza l’importanza del recente restauro che ha confermato l’attribuzione al maestro rinascimentale. Questa iniziativa non solo segna un significativo traguardo artistico, ma si inserisce anche in un progetto più ampio volto a rafforzare il dialogo fra fede, arte e cultura.
La mostra e il suo significato
La Deposizione di Cristo, originariamente custodita nel Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, è diventata oggetto di grande attenzione grazie alla collaborazione tra i Musei Vaticani e il suddetto santuario. Monsignor Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei, ha sottolineato l’importanza di questo dipinto che non solo riempie di significato religioso la località, ma rappresenta un fondamentale pezzo della storia artistica. La mostra, posizionata nella Sala XVII della Pinacoteca Vaticana, restituisce al pubblico la visione di un’opera a lungo dimenticata, riportando alla luce il suo intrinseco valore.
L’esposizione si propone non solo come un evento artistico, ma anche come un’opportunità per riflettere sul legame tra le opere d’arte e la spiritualità. Essa incoraggia visitatori e studiosi a rivalutare l’importanza storica e culturale di capolavori come questo. Il restauro offre l’opportunità di capire meglio l’heritage artistico italiano e, in particolare, la produzione di Mantegna.
La riscoperta del capolavoro
La storia della Deposizione di Cristo presenta tratti affascinanti, a partire dalla sua documentazione nel XVI secolo presso la basilica di San Domenico Maggiore a Napoli. Tuttavia, il dipinto scomparve dalle cronache storiche, alimentando dubbi sulla sua esistenza e sulla corretta attribuzione. La ricerca condotta da Stefano De Mieri, docente dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, è stata cruciale nel riconoscimento dell’opera come lavoro autentico di Mantegna.
Le indagini hanno permesso di riscoprire il dipinto, il quale era stato digitalizzato e reso accessibile al pubblico attraverso il sito della Conferenza Episcopale Italiana. Barbara Jatta, Direttore dei Musei Vaticani, ha affermato che una volta visionato il dipinto nel 2022, sono stati immediatamente evidenti gli strati di ridipinture da rimuovere per rivelare l’opera originale. In seguito, è stata avviata una serie di analisi e il restauro del dipinto, che ha restituito una versione rinnovata e autentica del capolavoro, confermando il valore inestimabile di Mantegna nel panorama artistico rinascimentale.
Il processo di restauro
Un aspetto di rilevante importanza riguardo alla mostra è il complesso processo di restauro a cui è stata sottoposta l’opera. Fabrizio Biferali, Curatore del Reparto per l’Arte dei secoli XV-XVI dei Musei Vaticani, ha affermato che le analisi scientifiche hanno confermato senza dubbio che il dipinto non fosse una copia, bensì un’opera originale di Mantegna. Il restauro ha rivelato dettagli iconografici e tecnici di notevole importanza, collegando l’opera a modelli rinascimentali e al classicismo.
Il lavoro di restauro è stato interamente eseguito nei Laboratori dei Musei Vaticani, sotto la guida di Francesca Persegati e con l’aiuto di Maestri Restauratori come Lorenza D’Alessandro e Giorgio Capriotti. Le indagini preliminari eseguite dal Gabinetto di Ricerche Scientifiche hanno fornito dati fondamentali per confermare l’attribuzione e il valore artistico del dipinto. Questo processo ha permesso di riportare in vita non solo l’opera, ma anche un’importante parte della storia culturale italiana.
Dettagli dell’esposizione e accesso al pubblico
La mostra “Il Mantegna di Pompei. Un capolavoro ritrovato” è stata allestita nella Sala XVII della Pinacoteca Vaticana, con orari di apertura che rispettano quelli dei Musei Vaticani, ovvero dalle 8:00 alle 20:00 tutti i giorni, esclusa la domenica. L’esposizione, che ha aperto i battenti giovedì 20 marzo, è accessibile a tutti coloro che acquistano il biglietto d’ingresso ai Musei Vaticani. Un catalogo scientifico accompagna l’esposizione, arricchito dai contributi di alcuni dei principali esperti coinvolti nel progetto di restauro, mentre un video illustra il complesso intervento di recupero dell’opera.