La confessione di Lauro Azzolini: un’appello alla giustizia da parte dell’avvocato Biscotti - Socialmedialife.it
Il recente riconoscimento da parte di Lauro Azzolini della sua partecipazione all’omicidio di D’Alfonso, avvenuto alla Cascina Spiotta, ha suscitato reazioni forti e contrastanti. Dopo cinquant’anni di silenzi e negazioni, Azzolini ha ammesso di essere stato coinvolto, gettando egli stesso la bomba a mano. Questa rivelazione ha portato l’avvocato Valter Biscotti, legale di Massimo Coco, a esprimere una dura critica nei confronti dell’atteggiamento dell’ex terrorista, paragonando la sua confessione a quella di Cesare Battisti, anch’egli protagonista di una lunga serie di negazioni prima di ammettere le sue responsabilità.
Le parole di Biscotti non lasciano spazio a interpretazioni. L’avvocato, assistendo Massimo Coco – il figlio del magistrato Francesco Coco assassinato dalle Brigate Rosse a Genova – ha definito l’atteggiamento di Azzolini come una forma di arroganza, che si materializza anche dopo decenni di omertà. Secondo Biscotti, accettare una confessione tardiva non deve farci dimenticare i decenni di dolore delle vittime e dei loro familiari. Il legale chiede così a gran voce che si faccia chiarezza sull’effettiva responsabilità di Azzolini, che ha documentato negli anni un’impressione di invulnerabilità nei confronti della giustizia.
In questo dibattito emerge il contesto drammatico degli anni di piombo in Italia, un periodo segnato da stragi e omicidi che hanno lasciato segni indelebili nella società. La vicenda di Francesco Coco è rappresentativa di un’epoca in cui il terrorismo colpiva con brutalità e meticolosità. Attraverso le parole di Biscotti, la richiesta di una revisione della posizione di Azzolini appare urgente, visto che i suoi silenzi passati ora cozzano con la sua ammissione dopo mezzo secolo.
Biscotti non esita a tracciare un parallelismo con Cesare Battisti, un altro nome che ha segnato la storia del terrorismo italiano. Battisti, dopo aver negato per anni la sua partecipazione agli omicidi, ha ceduto una volta arrestato, confessando le sue colpe. Questa situazione mette in evidenza l’ipocrisia di alcune confessioni tardive e la difficoltà di credere a chi ha costruito la propria vita su menzogne e negazioni.
L’avvocato Biscotti invita quindi a riflettere sull’importanza della verità. Se Azzolini ha davvero solo organizzato l’omicidio di Francesco Coco, come ha sostenuto in passato, è necessaria una profonda indagine che possa far luce su verità sfuggenti. Non si tratta solo di ottenere giustizia per le vittime, ma di restituire dignità e rispetto a un sistema giudiziario che ha già subito troppo nel suo tentativo di riequilibrare il rapporto con il terrorismo.
La richiesta di Biscotti si traduce dunque in un appello esplicito alla Procura di Genova. Chiede che Azzolini sia ascoltato riguardo all’omicidio di Francesco Coco, in modo da non lasciare ulteriori ombre su quest’episodio drammatico della storia italiana. Il magistrato ucciso rappresenta non solo una figura di giustizia, ma anche simbolo di un’epoca in cui lo Stato cercava di opporsi alle violenze di un terrorismo ben organizzato.
La nuova ammissione di Azzolini riapre quindi un capitolo che, sebbene sia trascorso da anni, rimane attuale non solo per le famiglie delle vittime, ma per l’intero paese. Le parole di Biscotti non sono solo una critica, ma un invito a fare i conti con il passato e a garantire che le nuove rivelazioni vengano trattate con la serietà che meritano. La giustizia e la verità richiedono tempo, ma il segnale deve arrivare forte e chiaro, per rendere onore a chi ha sofferto e per limitare gli spazi a eventuali giustificazioni tardive.