La compagnia Kepler-452 porta l’odissea dei migranti a teatro con “A place of safety”

Il docu-spettacolo “A place of safety” della compagnia Kepler-452 esplora le esperienze dei migranti nel Mediterraneo, combinando teatro e testimonianze dirette da missioni di soccorso.
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Il “docu-spettacolo” intitolato “A place of safety – Viaggio nel Mediterraneo centrale” rappresenta un’importante iniziativa della compagnia bolognese Kepler-452, che ha scelto di raccontare le esperienze vissute dai migranti attraverso il teatro. Questo progetto è frutto di un’esperienza diretta a bordo della nave Sea-Watch 5, impegnata in operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. L’appuntamento è fissato per martedì 15 aprile durante la trasmissione Retroscena – I segreti del teatro, condotta da Michele Sciancalepore su TV2000.

Un viaggio tra realtà e drammaturgia

La compagnia Kepler-452 ha deciso di affrontare il tema delle migrazioni attraverso una narrazione che combina elementi documentaristici e teatrali. Enrico Baraldi e Nicola Borghesi, membri del gruppo, hanno partecipato a una missione di salvataggio estiva nel 2024, durante la quale hanno soccorso 156 migranti. Queste esperienze sono state trasformate in uno spettacolo che non solo racconta i fatti accaduti ma cerca anche di dare voce ai diversi punti di vista coinvolti: dai soccorritori ai salvati.

L’idea alla base dello spettacolo è quella di creare una drammaturgia collettiva che metta in luce le emozioni e le storie personali dei protagonisti. Sul palco viene ricreato l’ambiente del ponte della nave, arricchito da proiezioni video che illustrano ogni fase della missione: dalla preparazione all’intervento fino allo sbarco al porto sicuro di La Spezia. Questa scelta scenica permette al pubblico di immergersi completamente nell’atmosfera dell’emergenza umanitaria.

Le testimonianze dal mare

Durante lo spettacolo, Nicola Borghesi condivide riflessioni personali e osservazioni raccolte durante la sua esperienza in mare. Le sue parole fungono da diario sia per lui stesso sia per coloro che dedicano la loro vita al soccorso marittimo. Viene messa in evidenza l’umanità presente anche nei momenti più critici; quando i migranti apprendono che non verranno riportati in Libia ma condotti verso un “posto sicuro”, si scatena un momento collettivo d’ovazione.

Tuttavia, Baraldi avverte anche riguardo alle difficoltà future: “Adesso per voi comincerà un nuovo viaggio altrettanto difficile”. Queste affermazioni pongono l’accento sulla complessità delle migrazioni contemporanee e sulle sfide continue affrontate dai migranti anche dopo essere stati salvati dal mare.

Riflessioni sull’umanità

Un aspetto centrale dello spettacolo è la riflessione sull’essere umano in situazioni estreme come quelle vissute in mare aperto. Borghesi sottolinea come il mare possa apparire ostile a chiunque vi si avventuri; questo vale tanto per i soccorritori quanto per i naufraghi stessi. Entrambi si trovano ad affrontare condizioni difficili dove ogni vita conta.

Baraldi aggiunge ulteriormente alla discussione affermando come persino chi considera le migrazioni solo come fenomeni problematici possa ritrovare nella legge del mare una forma d’umanità: “Ogni vita è una vita e ogni vita vale”. Queste parole invitano gli spettatori a considerare non solo gli aspetti politici delle migrazioni ma anche quelli profondamente umani legati alla sopravvivenza.

Altri appuntamenti con Retroscena

Oltre al docu-spettacolo “A place of safety”, nella puntata ci sarà spazio anche per altre forme d’arte teatrale con ospiti speciali come Gabriella Compagnone, famosa sand artist italiana. Infine verranno presentati trailer degli eventi teatrali attuali selezionati dalla redazione del programma Retroscena.