Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha trovato applicazione in vari ambiti, ma il suo utilizzo per scopi fraudolenti sta diventando sempre più preoccupante. Un esempio recente è quello di una giovane donna, Lisa, la cui presenza sui social media ha attirato l’attenzione per le sue promesse di guadagni facili attraverso investimenti online. La sua storia mette in luce come le tecnologie avanzate possano essere sfruttate per creare truffe sofisticate.
La figura di Lisa e la sua strategia
Lisa si presentava come una ragazza affascinante con tratti asiatici, attiva su Instagram dove mostrava uno stile di vita lussuoso fatto di viaggi e acquisti costosi. Tuttavia, dietro a questa facciata si nascondeva un profilo creato dall’intelligenza artificiale. Questo avatar virtuale era capace non solo di apparire reale ma anche di interagire con gli utenti in modo convincente. L’obiettivo principale era quello di instaurare un rapporto amichevole con i suoi “seguaci”, creando così un clima di fiducia.
Un uomo sulla trentina è stato tra coloro che hanno abboccato alla rete tessuta da Lisa. Sotto la sua influenza, ha speso circa 50mila euro su una piattaforma svizzera dedicata agli investimenti in bitcoin. Questa modalità operativa è tipica delle frodi online: iniziare con conversazioni informali per poi proporre opportunità d’investimento apparentemente vantaggiose.
Le piattaforme ingannevoli e il ruolo dei deepfake
Le piattaforme utilizzate da questi truffatori sono spesso reali ma progettate per carpire denaro dagli utenti senza fornire alcun ritorno sugli investimenti promessi. In molti casi, vengono impiegati video deepfake che manipolano immagini e suoni rendendo credibili affermazioni fatte da personaggi noti nel mondo della finanza o dell’imprenditoria.
Questi video possono far sembrare che figure rispettabili stiano raccomandando pratiche d’investimento rischiose o addirittura illegali senza il loro consenso. Tale uso della tecnologia non solo inganna gli utenti ma danneggia anche la reputazione delle persone coinvolte involontariamente nelle frodi.
Recentemente, la Polizia postale italiana ha intensificato le operazioni contro queste attività illecite oscurando 473 siti web sospetti insieme a numerosi account social legati a queste pratiche fraudolente. Nonostante ciò, dopo ogni chiusura avviene rapidamente una riapertura sotto nuove identità o nomi diversi.
I consigli della Polizia postale contro i deepfake
In risposta all’aumento dei casi legati ai deepfake e alle frodi online ad essi associate, la Polizia postale ha pubblicato alcune linee guida utili per riconoscere contenuti potenzialmente manipolati dalla tecnologia dell’intelligenza artificiale. Tra i segnali distintivi ci sono alcuni dettagli tecnici: mentre nei video profondamente falsificati viene prestata particolare attenzione al volto del soggetto ritratto, altri aspetti come postura del corpo o illuminazione possono risultare trascurati.
Particolari difficoltà emergono nella creazione realistica del movimento degli occhi o nella sincronizzazione tra voce e labbra; questi elementi possono tradire l’artificio sottostante al video stesso ed aiutare gli utenti a identificare contenuti non autentici prima che sia troppo tardi.
La crescente diffusione delle tecnologie digitali richiede quindi maggiore attenzione da parte degli internauti affinché possano navigare in sicurezza nel complesso panorama online odierno.