Inquinamento atmosferico a Cremona: report di Legambiente mette in luce nuove dinamiche

Cremona e i suoi dintorni continuano a fare i conti con l’inquinamento atmosferico, come evidenziato nel recente rapporto di Legambiente. Tuttavia, l’analisi dei primi due mesi del 2025 mostra segni di cambiamento, in parte influenzati dalle condizioni meteorologiche. Da un lato, l’escursione di perturbazioni ha limitato la formazione di smog, mentre dall’altro, i dati sulla qualità dell’aria rimangono preoccupanti. Scopriamo nel dettaglio le problematiche legate all’inquinamento nella città e nella provincia di Cremona.

La situazione dell’inquinamento a Cremona

Il rapporto bimestrale di Legambiente mette in evidenza che, nonostante i cambiamenti meteorologici favoriti dalle nuove perturbazioni, Cremona e provincia sono ancora tra le aree più inquinate della Lombardia. A gennaio e febbraio 2025, la concentrazione media di polveri sottili ha raggiunto un valore di 44 microgrammi per metro cubo. Sebbene questa cifra possa far sperare in un miglioramento rispetto a periodi più critici, il dato rimane superiore ai limiti raccomandati dall’OMS.

Un aspetto positivo, però, è rappresentato dalle giornate di sforamento, che si sono registrate per 16 giorni a Cremona e 14 a Crema. Questo è un segnale di una certa mitigazione, nonostante le preoccupazioni rimangano. Le mutilazioni atmosferiche tipiche della Pianura Padana, che in passato hanno portato a un accumulo di inquinanti, hanno avuto un minore impatto negli ultimi mesi.

Fattori meteorologici e la qualità dell’aria

Gli esperti di Legambiente hanno sottolineato che l’assenza di inversione termica prolungata ha giocato un ruolo cruciale nel contenere l’accumulo di inquinanti. Durante l’inverno, condizioni di alta pressione possono intrappolare lo smog, creando situazioni problematiche per la qualità dell’aria. Quest’anno, al contrario, le correnti orientali hanno migliorato il ricambio atmosferico nell’Est della Lombardia, favorendo una diminuzione della concentrazione di polveri sottili.

È importante notare che, nonostante i progressi, ci sono stati momenti critici durante i periodi di alta pressione, nei quali le misurazioni hanno mostrato valori allarmanti. Legambiente ha evidenziato che, in alcune aree del Nord Italia e anche a Frosinone, i livelli di inquinamento sono stati persino tre volte superiori ai limiti stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’attenzione è rivolta particolarmente alle polveri ultrafini , che sono associa da tempo a gravi rischi per la salute respiratoria e cardiovascolare.

Aree più colpite e prospettive future

Tra le aree con i livelli di inquinamento più elevati, Milano, Lodi e le province circostanti continuano a registrare dati preoccupanti. Tuttavia, anche Viadana si distingue, con livelli di polveri sottili simili a quelli dei capoluoghi provinciali. Questa diffusione dell’inquinamento suggerisce che nessuna area è esente da questa problematica e che gli sforzi per migliorare la qualità dell’aria devono essere collettivi.

Il quadro rimane complesso e richiede attenzione da parte delle istituzioni locali e della popolazione. La speranza è che le tendenze positive delle ultime settimane possano portare a una riduzione duratura dell’inquinamento, migliorando così le condizioni di vita dei cittadini e la loro salute. È essenziale che vengano adottate misure concrete e continuativi per monitorare e affrontare efficacemente l’inquinamento atmosferico nelle province come Cremona, affinché si possa puntare verso un futuro più sostenibile e salutare per tutti.

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