Inps: liquidate 194.582 pensioni nel primo trimestre 2025, cresce il divario tra uomini e donne

Nel primo trimestre del 2025, l’Inps ha liquidato 194.582 pensioni, evidenziando una significativa diminuzione rispetto all’anno precedente e un aumento della disparità retributiva tra uomini e donne.
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Nel primo trimestre del 2025, l’Inps ha comunicato la liquidazione di un totale di 194.582 pensioni, suddivise tra gestioni previdenziali e assegni sociali. Questo dato segna una diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando erano state liquidate complessivamente 877.186 pensioni. L’importo medio mensile delle nuove pensioni si attesta a 1.237 euro, con un leggero incremento rispetto ai 1.229 euro del 2024.

Liquidazioni di pensione nel primo trimestre

L’Inps ha registrato una diminuzione delle liquidazioni di pensione nel primo trimestre del 2025 rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso. Le nuove pensioni sono suddivise in due categorie principali: le gestioni previdenziali che ammontano a 169.081 e gli assegni sociali che raggiungono quota 25.501.

Il confronto con il primo trimestre del precedente anno evidenzia una flessione significativa nelle liquidazioni totali; infatti, nel gennaio-marzo del 2024 erano state erogate ben più di ottocento mila prestazioni previdenziali.

Questa riduzione potrebbe essere attribuita a diversi fattori economici e demografici che influenzano le scelte lavorative degli italiani e i requisiti per accedere alla pensione anticipata o alle altre forme di sostegno sociale.

Differenze retributive tra uomini e donne

Un aspetto preoccupante emerso dal report è l’aumento della disparità retributiva tra gli assegni percepiti da uomini e donne. Gli uomini ricevono in media un importo mensile pari a circa 1.486 euro, in crescita rispetto ai precedenti valori registrati nel corso del 2024 . Al contrario, le donne vedono diminuire la loro media mensile da un importo di circa 1.033 euro a soli 1.011 euro.

Questo porta ad un divario percentuale significativo: le donne guadagnano mediamente il -31,97% rispetto agli uomini nella stessa categoria previdenziale; questo gap è aumentato dal -29,1% riscontrato nell’anno passato.

La questione della parità salariale continua ad essere centrale nei dibattiti pubblici riguardanti non solo il mondo lavorativo ma anche quello delle prestazioni sociali come le pensioni.

Tipologie di prestazione erogata

Analizzando più dettagliatamente i dati forniti dall’Inps sulle diverse tipologie di prestazione erogata emerge che ci sono stati cambiamenti significativi nelle varie categorie durante il primo trimestre del nuovo anno rispetto al passato recente:

  • Pensioni di vecchiaia: Nel corso dell’intero anno precedente erano state erogate circa 266620 unità; nei primi tre mesi del nuovo anno si contano già 56271.
  • Pensioni anticipate: Si passa da 223216 unità nel corso dell’intero anno scorso a 54094.
  • Pensioni d’invalidità: Il numero scende da 57905 a soli 9444, mentre per quanto riguarda le pensioni ai superstiti c’è stata una diminuzione simile passando da 232669 unità annue alle attuali 49272.

Questi dati suggeriscono non solo una contrazione generale delle uscite ma anche possibili modifiche nelle politiche previdenziali adottate negli ultimi anni in risposta all’evoluzione demografica ed economica italiana.

Distribuzione territoriale delle pensioni

A livello territoriale emerge che la distribuzione percentuale delle nuove liquidazioni mostra stabilità nella ripartizione geografica dei beneficiari residenti al Nord Italia; infatti si registra una leggera variazione dal 51% dello scorso anno al 52% nei primi tre mesi del nuovo esercizio finanziario.

Le tabelle fornite dall’istituto chiariscono ulteriormente come siano cambiate anche le singole gestioni:

  • Per i fondopensionisti dipendenti si passa dalle 349554 unità annue alle 83260;
  • I dipendenti pubblici passano dalle 127399 alle attuali 16791;
  • Artigiani scendono dalle 86123 alle odierne 20732, così come i commercianti dai precedenti 74992 ai nuovi valori pari a 17740.

Anche per altre categorie come parasubordinati o coltivatori diretti vi è stata una flessione simile confermando quindi trend comuni su tutto il territorio nazionale riguardo all’erogazione dei servizi assistenziali legati alla previdenza sociale.

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