indagati per l'omicidio di Roberto Bolzoni a Lodi: uno nega, l'altro tace
Roberto Zuccotti, 48 anni, e il nipote di 29 anni, Andrea Gianì, attualmente detenuti a Lodi con l’accusa di omicidio volontario per la morte di Roberto Bolzoni, sono stati interrogati dal giudice per le indagini preliminari. Durante l’interrogatorio, il giovane Gianì ha negato qualsiasi coinvolgimento nei fatti, mentre lo zio Zuccotti ha scelto di non rispondere.
Nel pomeriggio di martedì 25 febbraio 2025, si è conclusa l’udienza per la convalida del fermo dei due uomini accusati dell’omicidio di Roberto Bolzoni, avvenuto la settimana precedente a Lodi. I sospettati, Roberto Zuccotti e il nipote Andrea Gianì, sono stati ascoltati dal giudice per le indagini preliminari. Mentre Zuccotti ha mantenuto il silenzio, Gianì ha ribadito la sua estraneità ai reati di omicidio volontario e rapina.
Il corpo senza vita di Roberto Bolzoni è stato trovato due giorni dopo la sua scomparsa, all’interno della propria auto parcheggiata a Lodi. Le indagini della Procura hanno rivelato che i due sospettati frequentavano lo stesso bar di Bolzoni e sarebbero saliti in macchina con lui per rapinarlo. Durante l’aggressione, uno dei due avrebbe colpito Bolzoni 35 volte con un coltello, mentre l’altro lo teneva fermo. Le prove raccolte, tra cui impronte e tracce di sangue, hanno portato all’arresto dei due sospettati, nonostante i loro tentativi di cancellare le prove.
In attesa della decisione del giudice Ivonne Fiorella Calderon sulla convalida del fermo, la vicenda dell’omicidio di Roberto Bolzoni continua a tenere banco a Lodi.
This post was last modified on 25 Febbraio 2025 20:19