Inchiesta su caporalato e irregolarità: nuovi sviluppi per Dhl e la logistica italiana

Le autorità italiane intensificano i controlli sul caporalato nel settore della logistica, rivelando sfruttamento di lavoratori e frodi fiscali legate a Dhl Express Italy.
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nuovi sviluppi sull'inchiesta riguardante caporalato e irregolarità nel settore della logistica italiana, con focus su Dhl e le sue pratiche lavorative nel 2025

Attività delle autorità italiane sul caporalato

L’attenzione delle autorità italiane sul fenomeno del caporalato e sulle irregolarità nel settore della logistica continua a intensificarsi. Recentemente, i carabinieri dei Nuclei ispettorato del lavoro hanno avviato un’importante operazione che ha coinvolto 45 hub e aziende associate a Dhl Express Italy, rivelando un sistema di sfruttamento dei lavoratori. Questa indagine ha toccato diverse località del Paese e ha coinvolto quasi mille autisti, che, secondo le prime ricostruzioni, avrebbero operato in condizioni di sfruttamento.

Misure drastiche della Guardia di Finanza

Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha adottato misure severe, congelando preventivamente oltre 46,8 milioni di euro a carico di una società del gruppo Deutsche Post AG, in relazione a un’ipotesi di frodi fiscale sull’IVA. Questo provvedimento è stato emesso dai pubblici ministeri Paolo Storari e Valentina Mondovì, che da tempo indagano su diverse aziende nel settore della logistica e dei trasporti. Già nel giugno 2021, la Procura di Milano aveva sequestrato oltre 20 milioni di euro a Dhl Supply Chain Italy, in un’inchiesta che aveva svelato un sistema di false fatture e cooperative fittizie utilizzate per assumere formalmente i fattorini.

Contratti di lavoro e meccanismi di sfruttamento

Le recenti scoperte hanno rivelato che i contratti di lavoro degli autisti erano “schermati” attraverso società di “filtro”, che si avvalevano di aziende “serbatoio”. Queste ultime avrebbero sistematicamente omesso il versamento dell’IVA e degli oneri previdenziali, creando un meccanismo di “transumanza di lavoratori” tra diverse società, coinvolgendo almeno 357 dei quasi 15.000 dipendenti della rete di aziende satellite.

Controlli e risultati delle indagini

Secondo le indagini, Dhl Express avrebbe implementato questo sistema di esternalizzazione irregolare per massimizzare i profitti, arrecando ingenti danni all’erario e sfruttando i lavoratori. I Carabinieri per la Tutela del lavoro hanno effettuato controlli in 30 province, esaminando la situazione di 918 lavoratori, di cui 676 sono stati intervistati riguardo alle loro condizioni lavorative e retributive.

Le indagini hanno dimostrato che gli autisti, pur lavorando formalmente per le società satellite, in realtà svolgevano servizi per Dhl. La gestione delle consegne avveniva tramite un’applicazione in grado di geolocalizzare gli autisti, monitorando i loro tragitti, le pause e i tempi di consegna. Tra le 51 società appaltatrici coinvolte, quindici sono risultate irregolari. A Milano, sono stati identificati sette lavoratori in condizioni di sfruttamento, e undici titolari di ditte sono stati denunciati.

Accordi e politiche aziendali

In un contesto simile a quello che ha coinvolto FedEx, i pubblici ministeri hanno evidenziato che Dhl Express aveva partecipato all’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale per la logistica e i trasporti. Tuttavia, la Procura, guidata da Marcello Viola, ha sottolineato che non ci sono state modifiche sostanziali nelle politiche aziendali. Tra gli indagati figura Luca Bassini, responsabile di Dhl Express Italy, firmatario delle dichiarazioni IVA dal 2019 al 2023, insieme alla società stessa.

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