Il governo italiano ha recentemente fornito aggiornamenti riguardo agli incentivi per l’assunzione di giovani sotto i 35 anni. Tuttavia, le aziende che hanno già effettuato assunzioni a fine 2024 si trovano in una situazione di incertezza. Un decreto che avrebbe dovuto chiarire la questione è stato ritirato a causa di un errore significativo nella sua formulazione. Le nuove disposizioni sono attese con urgenza dalle imprese.
Il ritiro del decreto e la confusione generata
A fine febbraio, il Ministero del Lavoro aveva pubblicato un decreto riguardante gli incentivi per le assunzioni agevolabili. Tuttavia, questo provvedimento è stato rapidamente ritirato e cancellato poiché conteneva una clausola problematica: specificava che solo le assunzioni effettuate dopo il 31 gennaio 2025 sarebbero state considerate agevolabili. Questa data coincide con l’autorizzazione dell’Unione Europea necessaria per garantire che tali incentivi non violassero le normative sugli aiuti di Stato.
La decisione del governo ha scatenato panico tra gli imprenditori, molti dei quali avevano già programmato o realizzato assunzioni confidando negli incentivi previsti dal decreto originale. La marcia indietro ha creato ulteriore confusione e ansia nel mondo delle imprese, costrette ad attendere chiarimenti su come procedere.
In risposta alle preoccupazioni sollevate dalle aziende, il Ministero del Lavoro ha assicurato che un nuovo decreto è imminente e promette di includere misure più chiare ed efficaci per supportare i contratti attivati a partire da settembre 2024.
Gli incentivi disponibili: cosa prevede la normativa
Per comprendere meglio la situazione attuale degli incentivi all’assunzione dei giovani lavoratori, è utile fare un passo indietro e analizzare i due principali tipi di aiuto previsti dalla normativa vigente. Il primo incentivo generale offre uno sconto sui contributi fino a 500 euro al mese ed è applicabile su tutto il territorio nazionale. Il secondo incentivo, definito “rinforzato”, consente uno sconto fino a 650 euro mensili ma è limitato alle Zone Economiche Speciali nelle regioni meridionali d’Italia.
Entrambi questi strumenti erano stati sottoposti all’approvazione della Commissione Europea attraverso il Decreto Coesione; tuttavia, l’autorizzazione necessaria non era arrivata prima della fine di gennaio scorso. Le aziende speravano inizialmente che almeno l’incentivo generale potesse essere utilizzabile già da settembre 2024.
L’errore nella comunicazione governativa ha avuto ripercussioni dirette sulle strategie aziendali delle imprese italiane; molte si sono trovate nell’impossibilità di pianificare correttamente le proprie risorse umane senza certezze sui benefici economici derivanti dagli sgravi fiscali promessi dal governo.
Le dichiarazioni ufficiali sul futuro degli incentivi
Di fronte alla crescente inquietudine tra gli imprenditori italiani riguardo agli sgravi fiscali per l’assunzione dei giovani lavoratori, funzionari del Ministero hanno cercato di rassicurare affermando che “il decreto attuativo sul cosiddetto bonus giovani” sta completando la fase istruttoria e sarà pubblicato presto.
Secondo quanto riportano fonti governative al Fatto Quotidiano, ci sarebbe stata una negoziazione intensa con la Commissione Europea finalizzata ad ottenere conferme sull’applicabilità dell’esonero fino a 500 euro mensili per tutte le assunzioni a tempo indeterminato degli under 35 residenti in Italia dal prossimo settembre. Questo significa anche che solo l’incentivo rinforzato destinati alle Zes sarà soggetto alla data limite fissata al gennaio successivo all’approvazione europea.
Queste informazioni sono state confermate anche da Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro della Lega Nord durante un’interrogazione parlamentare rivolta dai membri del Movimento Cinque Stelle sulla questione degli sgravi fiscali giovanili.
Tuttavia, rimane aperta una questione importante: come gestire coloro che hanno già effettuati contratti fra settembre e gennaio credendo erroneamente nella validità immediata dell’incentivo? La situazione resta complessa mentre si attendono ulteriori sviluppi normativi da parte delle autorità competenti nel settore lavoro italiano.