Il Teatro Romano di Brescia: un progetto di restauro e rifunzionalizzazione fino al 2028

Il Teatro Romano di Brescia sarà restaurato e rifunzionalizzato entro il 2028, mantenendo l’accesso al pubblico durante i lavori, per valorizzare la sua storia culturale e sociale.
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Il Teatro Romano di Brescia, uno dei principali simboli storici della città, sarà oggetto di un ambizioso progetto di restauro e rifunzionalizzazione che si concluderà nel 2028. Durante la fase iniziale dei lavori, il sito rimarrà aperto al pubblico, permettendo ai visitatori di esplorare la sua storia mentre gli scavi vengono effettuati. Questo intervento mira a riportare alla luce l’antica vocazione del teatro come spazio culturale e sociale, creando un palinsesto estivo che valorizzi l’incontro tra passato e presente.

Presentazione del progetto

Il progetto è stato presentato il 8 aprile nell’auditorium del Museo di Santa Giulia. Tra i relatori figurano nomi importanti come l’architetto David Chipperfield e le autorità locali, inclusa la sindaca Laura Castelletti. L’obiettivo è quello di riabilitare il Teatro Romano non solo come luogo per eventi culturali ma anche come agorà moderna dove si possa favorire il dialogo tra diverse generazioni e culture.

Chipperfield ha illustrato una visione multifunzione per il teatro che non sacrifica nessuna delle sue potenzialità originali. La proposta prevede l’utilizzo della cavea per accogliere gli spettatori e ripristinare la funzione del pulpito come palcoscenico principale. Attraverso strutture permanenti ed effimere, si intende ricreare una parte dell’antico frontescena andato perduto a causa dei terremoti.

Percorsi visitabili e punti panoramici

Uno degli aspetti più innovativi del progetto è rappresentato dai percorsi visitabili all’interno dell’area archeologica. Questi percorsi garantiranno accessibilità totale a tutte le aree del teatro: dalla cavea al pulpito fino alla media cavea. I vomitoria saranno collegati alla summa cavea per facilitare i flussi turistici.

Inoltre, verrà creato un punto panoramico inedito che offrirà una vista straordinaria sull’intero complesso archeologico circostante, compresa l’area sacra della piazza del Foro e quella del Capitolium. Una volta completati i lavori previsti entro il 2028, si stima che il teatro potrà ospitare fino a mille spettatori durante gli eventi programmati.

Recupero degli spazi tecnici

Un’altra componente fondamentale riguarda la ristrutturazione degli spazi all’interno di Palazzo Maggi Gambara situato nelle vicinanze del teatro romano. Questo edificio medievale diventerà parte integrante dell’esperienza teatrale poiché ospiterà camerini ed altri spazi tecnici necessari alle produzioni artistiche.

Palazzo Maggi Gambara fungerà da portale verso l’area archeologica stessa; questo approccio mira a integrare completamente le attività teatrali con la storia locale rendendo ogni visita un’esperienza educativa oltre che ricreativa.

Un percorso didattico in evoluzione

La seconda fase dello sviluppo sarà caratterizzata da scavi continui sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per Brescia e Bergamo insieme al Ministero della Cultura. Gli scavi già avviati nel 2023 hanno segnato solo l’inizio; ci sono piani ben definiti per completare questa operazione entro il termine previsto nel 2028.

L’intento delle istituzioni coinvolte è chiaro: trasformare ogni intervento in occasione didattica sia per residenti sia per turisti interessati alla storia bresciana attraverso visite guidate nei cantieri attivi mantenendo sempre aperto al pubblico lo spazio teatrale stesso in modo sicuro ed accessibile.

Un lavoro lungo tre anni

David Chipperfield ha sottolineato quanto sia cruciale integrare storia ed architettura nella progettazione contemporanea: “Affrontando ciò che resta dell’antico Teatro Romano abbiamo cercato soluzioni innovative senza perdere mai di vista ciò che è stato”. La sindaca Castelletti ha confermato quanto fosse importante questo recupero storico promettendo ai cittadini bresciani un processo attivo verso la rinascita culturale della città attraverso questo monumento emblematico.

Francesca Bazoli ha evidenziato inoltre come questo lavoro rappresenti una continuazione logica rispetto ad altri progetti significativi avviati negli ultimi anni nella zona storica bresciana; tutti mirano ad arricchire ulteriormente quel patrimonio unico rappresentato dal Teatro Romano.