Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha fornito importanti chiarimenti riguardo al governo della Chiesa durante il periodo di convalescenza di Papa Francesco. Nonostante le recenti difficoltà legate alla salute del Pontefice, Parolin sottolinea che il Papa continua a esercitare la sua autorità e a prendere decisioni fondamentali. La situazione attuale richiede un approccio più cauto e una gestione delle questioni quotidiane da parte dei collaboratori della Curia.
La continuità del governo papale
Durante un incontro alla Fraterna Domus di Sacrofano, il cardinale Parolin ha affermato che Papa Francesco non ha mai smesso di governare la Chiesa anche nei giorni trascorsi al Gemelli per cure mediche. Sebbene abbia dovuto ridurre l’intensità delle sue attività quotidiane per favorire il recupero fisico, è fondamentale che possa riposarsi adeguatamente. I medici hanno indicato un periodo stimato di recupero intorno ai due mesi.
Parolin ha evidenziato l’importanza della preghiera collettiva per sostenere il Santo Padre in questo momento delicato. Ha spiegato che le questioni più complesse vengono presentate direttamente al Papa affinché lui possa decidere senza affaticarsi troppo. Tuttavia, esistono numerose questioni routinarie sulle quali i membri della Curia possono procedere autonomamente seguendo le linee guida già stabilite dal Pontefice.
Ruolo dei dicasteri nella gestione ecclesiastica
Il segretario di Stato vaticano ha chiarito come i dicasteri operino a nome del Papa e come sia normale che non tutte le decisioni passino attraverso il suo ufficio personale. Ogni dicastero è dotato dell’autorità necessaria per prendere decisioni operative in base alle direttive ricevute dal Pontefice in precedenza.
Questa struttura consente una certa autonomia ai vari organi curiali pur mantenendo sempre sotto controllo l’autorità papale su questioni cruciali. L’approccio delineato dalla Costituzione “Praedicate Evangelium” conferma questa dinamica: ogni istituzione curiale agisce nel nome e nell’autorità del Santo Padre, garantendo così un funzionamento fluido dell’amministrazione ecclesiastica.
Decisione sulle canonizzazioni e deleghe specialistiche
Un aspetto interessante emerso dall’intervista riguarda le canonizzazioni dei santi, dove si prevede una possibile delega da parte del Papa a uno dei suoi collaboratori nel caso egli non fosse in grado di presiedere personalmente all’evento liturgico. Questo meccanismo riflette la flessibilità prevista all’interno delle norme ecclesiali; tuttavia, ogni trasferimento temporaneo deve essere autorizzato direttamente dal Pontefice stesso.
Il cardinale Marcello Semeraro potrebbe assumere questo compito se riceverà specifica autorizzazione da parte del Santo Padre nelle circostanze necessarie. Le modalità operative dipenderanno dalla condizione fisica attuale del Papa nei giorni prossimi agli eventi programmati.
Funzione del Consiglio dei cardinali
Infine, Parolin ha parlato anche dell’importanza del “C9”, ovvero il Consiglio dei cardinali istituito da Francesco per assisterlo nella governance della Chiesa universale. In questa fase particolare non è previsto alcun ruolo specifico aggiuntivo per questo organismo; esso rimane uno strumento consultivo diretto tra i cardinali e il Pontefice su temi sollevati dallo stesso Papa.
La presenza costante degli organici curiali permette quindi alla Santa Sede di continuare ad operare efficacemente anche durante periodi critici come quello attuale senza compromettere l’autorità suprema ed immediata esercitata dal Santo Padre sulla Chiesa cattolica globale.