Gabriella Gagliardi, nel suo saggio “Giovanni Pico della Mirandola”, edito da Armando Editore nel 2025, affronta una questione di grande attualità. In un periodo segnato da conflitti e divisioni, il pensiero del filosofo rinascimentale si erge come un faro di umanesimo e dialogo. La Gagliardi, in qualità di scrittrice e filosofa, dimostra come le idee di Pico siano straordinariamente pertinenti, offrendo un percorso verso la comprensione e la coesione in un mondo sempre più polarizzato.
Il pensiero di Pico e il suo contesto
Giovanni Pico della Mirandola, vissuto nel XV secolo, è celebre per la sua visione innovativa dell’uomo e della libertà. Gagliardi analizza le sue teorie, confrontandole con quelle di pensatori moderni come Sartre, Nietzsche e Heidegger. La scrittrice si concentra in particolare sull’identità umana e sul significato della libertà, elementi chiave nel pensiero di Pico. La sua riflessione sull’uomo come essere dotato di libero arbitrio e capace di autodeterminazione è un tema che risuona profondamente anche nel nostro presente.
Un aspetto particolarmente interessante del saggio è la sezione dedicata alla pace e all’apertura verso l’altro. Pico, che già a ventiquattro anni padroneggiava le lingue greca, latina ed ebraica, sognava un mondo in cui le tre religioni monoteiste – cristianesimo, Islam ed ebraismo – potessero convivere in armonia, riconoscendo un unico Dio. La Gagliardi sottolinea come il grande pensatore considerasse la pace non solo come assenza di conflitto, ma come un dialogo attivo tra culture diverse, un concetto di vitale importanza anche oggi.
Il dialogo come strumento di pace
Nel suo saggio, Gagliardi riporta ampi stralci dell’Oratio, un’opera in cui Pico espone la sua visione di un dialogo costruttivo tra le diverse tradizioni culturali e religiose. Secondo Pico, la pace è un “sognato dialogo” che richiede apertura e disponibilità ad ascoltare l’altro. In un periodo storico segnato dalla caduta di Costantinopoli e dalle tensioni religiose, Pico proponeva una “politica di pace” in cui le differenze potessero essere messe a confronto, piuttosto che nascoste. Questo approccio, come evidenziato dalla Gagliardi, invita a promuovere un discorso tra diversi, un concetto oggi più che mai necessario.
La scrittrice evidenzia come il pensiero di Pico fosse considerato troppo avanzato per il suo tempo, portandolo a scontrarsi con le autorità religiose, culminando nella sua scomunica da parte di Papa Innocenzo VIII. La sua difesa del “sapere aperto” e della dialettica rappresenta una sfida alle chiusure mentali e ai pregiudizi, un messaggio che risuona ancora oggi in un contesto globale in cui il dialogo è spesso sostituito da conflitti e incomprensioni.
La cultura e l’amore come fondamenti dell’umanità
Gabriella Gagliardi mette in evidenza come Pico considerasse la cultura e l’amore come i veri pilastri dell’esistenza umana. La sua visione non escludeva il conflitto, ma lo concepiva come un’opportunità per crescere e comprendere meglio l’altro. La Gagliardi sintetizza efficacemente il pensiero di Pico, sottolineando l’importanza di un confronto privo di ostilità, dove l’obiettivo non è dividere, ma condividere e unire. Solo attraverso questa apertura si può raggiungere una pace autentica, sia a livello filosofico che pratico.
In un mondo che continua a lottare con le divisioni e i conflitti, il messaggio di Giovanni Pico della Mirandola, come interpretato da Gabriella Gagliardi, offre una prospettiva di speranza e possibilità. La sua eredità rimane un invito a riflettere sulla nostra umanità condivisa e sulla necessità di costruire ponti piuttosto che muri.