Il legame tra Papa Francesco e Antonio Rosmini: un’amicizia che attraversa i pontificati

Papa Francesco esprime stima per Antonio Rosmini, evidenziando l’allineamento tra il pensiero rosminiano e la sua lotta contro la cultura dello scarto, con significativi incontri e citazioni nelle sue omelie.
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Papa Francesco ha sempre nutrito una profonda stima per Antonio Rosmini, il filosofo e fondatore dell’Istituto della Carità. Questo rapporto è stato descritto da padre Vito Nardin, ex preposito generale dei Rosminiani, che ha evidenziato come la filosofia di Rosmini si allinei con l’impegno di Bergoglio nella lotta contro la cultura dello scarto. La connessione tra il Papa attuale e il pensiero rosminiano si distingue nettamente rispetto a quella con Benedetto XVI, che nel 2001 rimosse la condanna alle “Quaranta proposizioni” di Rosmini e lo beatificò nel 2007.

L’amicizia dei Papi con Antonio Rosmini

Padre Nardin sottolinea come ogni Pontefice da Giovanni XXIII in poi abbia espresso in modi diversi la propria amicizia verso Rosmini. Questo dimostra quanto l’insegnamento del fondatore dell’Istituto della Carità continui a essere una fonte d’ispirazione per i Papi. Da poco tornato al Calvario di Domodossola dopo un lungo mandato come preposito generale dal 2013 al 2021, padre Nardin ricorda come sia stato eletto proprio in coincidenza con l’elezione di Francesco al soglio pontificio.

La scelta della data non è casuale per padre Nardin: “Ho sempre visto questa vicinanza come un segno,” afferma. Durante gli otto anni alla guida dell’Istituto, ha avuto molte occasioni per incontrare Papa Francesco in udienze ristrette insieme ad altri superiori religiosi. Questi incontri hanno permesso a padre Nardin di discutere temi fondamentali legati alla persona secondo il pensiero rosminiano e alla visione bergogliana sulla lotta contro lo scarto.

Incontri significativi tra Bergoglio e i rosminiani

Uno degli incontri più memorabili risale al primo ottobre 2018 quando Papa Francesco ricevette i partecipanti al capitolo generale dell’Istituto della Carità in Vaticano. Durante questo incontro, Bergoglio esortò i membri dell’Istituto a continuare a proporre il patrimonio spirituale ereditato da Rosmini, sottolineando l’importanza della carità nel loro operato: “È la strada che produce frutti di bene e santità.”

Padre Nardin ricorda anche un aneddoto significativo legato a quell’incontro: dopo l’udienza ufficiale, mentre posavano per una foto di gruppo, il Papa prese il suo braccio e gli chiese ripetutamente di pregare per lui dicendo “ne ho tanto bisogno.” Queste parole hanno lasciato un segno profondo nella memoria del religioso.

Citazioni ed eredità spirituale

Oltre ai rapporti personali instaurati durante gli incontri ufficiali, le citazioni delle opere rosminiane nelle omelie papali sono numerose. Padre Federico Lombardi aveva fatto arrivare al Santo Padre uno dei testi più noti di Rosmini intitolato “Delle cinque piaghe della Santa Chiesa.” A distanza di pochi mesi dalla ricezione del libro, Papa Francesco utilizzò tre citazioni dall’opera durante le sue omelie; ciò dimostra quanto alcuni temi cari all’attuale Pontefice siano presenti nel pensiero rosminiano.

In particolare, nella costituzione apostolica “Veritatis gaudium,” Bergoglio definì Antonio Rosmini “maestro dei maestri” riferendosi ai sacerdoti in formazione. Non solo Rosmini è stato oggetto delle attenzioni papali; anche Clemente Rebora – poeta e sacerdote rosminiano – ha trovato spazio nei discorsi del Pontefice. Nel 2014 infatti Bergoglio citò una sua poesia durante un intervento presso il Consiglio d’Europa a Strasburgo richiamando così l’importanza delle radici cristiane nell’identità europea contemporanea.

Il dialogo tra le idee rosminiane ed il magistero attuale continua quindi ad essere vivo ed attuale nelle parole del Santo Padre.

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