Il complottista: un film che esplora il mondo dei complottisti in chiave comica

“Il complottista”, debutto di Valerio Ferrara, esplora con ironia il fenomeno del complottismo attraverso le avventure di un barbiere che si lascia coinvolgere da teorie cospirazioniste nella società contemporanea.
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Il film “Il complottista”, opera prima di Valerio Ferrara, offre uno sguardo originale sul fenomeno del complottismo. In uscita nelle sale italiane, il lungometraggio si basa su un corto vincitore del premio La Cinef a Cannes e racconta la storia di un barbiere che si lascia coinvolgere dalle teorie del complotto. Attraverso una narrazione leggera e ironica, il film analizza come queste teorie possano diffondersi nella società contemporanea.

La trama di “Il complottista”

“Il complottista” segue le vicende di un barbiere che, affascinato da contenuti trovati online, abbraccia diverse teorie cospirazioniste. Quando nota che il lampione davanti alla sua casa lampeggia in modo irregolare, interpreta questo segnale come un messaggio codificato. Decide quindi di imparare il codice Morse per decifrare quello che considera un indizio rivelatore. Questa convinzione lo porta a condividere le sue scoperte con amici e conoscenti, generando una sorta di movimento locale attorno alle sue idee stravaganti.

La pellicola non si limita a presentare la vita del protagonista; essa esplora anche l’impatto sociale delle teorie del complotto e come queste possano influenzare la politica locale. L’interpretazione dell’attore belga Fabrizio Rongione dà vita a un personaggio credibile e riconoscibile nel panorama dei cosiddetti “complottisti da internet”. Il film riesce così a ritrarre non solo l’individuo ma anche le dinamiche sociali circostanti.

Un’analisi della cultura del complotto

“Il complottista” affronta temi più ampi legati al fenomeno delle teorie cospirazioniste senza prendersi troppo sul serio. Mentre molti film precedenti hanno trattato i protagonisti come eroi o outsider alla ricerca della verità – vedi “Ipotesi di complotto” con Mel Gibson – questa pellicola adotta una prospettiva diversa: quella della comicità per evidenziare l’assurdità delle situazioni in cui i protagonisti possono trovarsi.

La commedia si distingue per la sua capacità di mettere in luce quanto possa essere ridicolo credere fermamente in qualcosa basato su indizi poco solidi o addirittura privi di fondamento. Attraverso situazioni quotidiane e interazioni tra personaggi eccentrici – tra cui spicca un amico albanese dal carattere vivace – il regista riesce a creare momenti esilaranti pur mantenendo uno sguardo critico sulla realtà contemporanea.

Riflessioni sul genere cinematografico

A differenza dei classici thriller politici o drammatiche indagini sui poteri occulti presenti nel cinema tradizionale italiano ed internazionale, “Il complottista” rappresenta una parodia degli archetipici racconti d’indagine dove ci sono misteriosi eventi da risolvere. Non ci sono grandi intrighi governativi né trame oscure; piuttosto è tutto ridotto all’assurdo quotidiano: dall’illuminazione difettosa all’incredulità degli amici riguardo alle convinzioni strampalate del protagonista.

Questa scelta narrativa permette al pubblico non solo di divertirsi ma anche di riflettere sulle motivazioni dietro l’adesione alle teorie cospirazioniste nella vita reale. La commedia diventa così uno strumento efficace per esplorare questioni socialmente rilevanti senza cadere nel dramma pesante tipico dei thriller politici.

In sintesi, “Il complottista” propone una visione fresca e divertente su temi attuali attraverso gli occhi di chi vive immerso nelle proprie convinzioni bizzarre ma innocue; è questo mix tra umorismo e critica sociale che rende interessante questa nuova proposta cinematografica italiana.

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