Il Celtic Music Festival torna a Ostiano: un viaggio tra tradizione e cultura musicale

Il Celtic Music Festival torna alla Rocca di Ostiano il 28 giugno 2025, riportando in vita una tradizione musicale interrotta nel 2008 e celebrando la cultura celtica con artisti internazionali.
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Il 28 giugno 2025, la Rocca di Ostiano ospiterà il Celtic Music Festival, un evento che riporta in vita una tradizione musicale interrotta nel 2008. La manifestazione, che ha visto la partecipazione di artisti di fama internazionale dal 1998 al 2008, si propone di rivivere l’atmosfera magica della musica celtica e delle sue influenze. L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla Pro loco di Ostiano e dall’amministrazione comunale.

Le origini del festival

Il Celtic Music Festival affonda le radici a metà degli anni Novanta, quando l’interesse per la cultura celtica era in forte espansione in Italia. I viaggi verso Irlanda, Scozia e Inghilterra divennero sempre più popolari tra coloro che desideravano immergersi nei suoni e nelle tradizioni locali. Tuttavia, non solo queste nazioni hanno contribuito alla diffusione della musica celtica; anche regioni come Bretagna e Galizia hanno avuto un ruolo significativo.

Cesare Simonini, direttore artistico del festival, ricorda come tutto sia iniziato con l’associazione Artical a Cremona. “Iniziammo a portare la musica celtica nella provincia,” racconta Simonini. “Con me c’erano Luca Ferrari e altri musicisti che hanno curato diverse edizioni del festival.” Il primo grande passo fu portare i Pentangle al Cittanova prima dell’inaugurazione ufficiale del festival stesso.

La proposta della Pro loco

La rinascita del festival è stata possibile grazie all’idea proposta dalla Pro loco di Ostiano sotto la guida del presidente Carlo Prestini. Durante gli incontri estivi dello scorso anno si è discusso su come riprendere il progetto interrotto da diciassette anni. L’edizione prevista per il 2025 sarà concentrata in una sola giornata ma promette di riportare alla memoria momenti significativi delle passate edizioni.

Simonini sottolinea l’importanza delle immagini storiche realizzate da Danilo Codazzi e Tiziano Bellini negli anni ’90: “Queste foto ci aiuteranno a ricreare l’atmosfera unica che caratterizzava il festival.” La rassegna non solo celebrerà i suoni ma anche le storie visive legate ad essi.

Un incontro tra culture musicali

Riproporre il Celtic Music Festival oggi significa riscoprire una dimensione culturale viva e presente nel nostro paese. Simonini evidenzia come la musica tradizionale possa fungere da ponte tra diverse culture: “Parliamo spesso dell’incontro fra culture; nel caso della musica celtica questo incontro avviene con elementi familiari.”

Gli strumenti musicali giocano un ruolo cruciale in questa connessione culturale. Ad esempio, il violino è comune sia nella tradizione italiana sia nella musica irlandese; similmente esistono affinità tra ballo bretone e ballo sardo o influenze musicali nelle regioni spagnole settentrionali come Galizia o Asturie.

Un pubblico eterogeneo per una nuova generazione

L’interesse verso questo genere musicale non sembra limitarsi alle sole generazioni passate; anzi Simonini osserva con piacere quanto giovani gruppi stiano reinterpretando i classici della tradizione musicale celtica rendendoli attuali per nuove audience: “A tutte le edizioni precedenti abbiamo visto un pubblico molto variegato.”

La passione personale di Simonini per questi suoni nasce fin da giovane grazie all’influenza artistica di Angelo Branduardi: “Questo interesse mi ha naturalmente condotto verso la scoperta della musica tradizionale.” Con questa nuova edizione del festival si spera quindi non solo di attrarre gli appassionati storici ma anche nuovi ascoltatori curiosi delle sonorità antiche reinterpretate oggi dai giovani musicisti italiani.

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