Il Teatro dell’Opera di Roma ha riaperto le porte a Onegin, il celebre balletto di John Cranko, dopo quasi un decennio dalla sua ultima rappresentazione. Lo spettacolo, che si basa sul poema Evgenij Onegin di Aleksandr Puškin e sulle musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, ha catturato l’attenzione del pubblico per la sua profondità emotiva e la qualità artistica. L’evento segna una tappa importante nella programmazione della stagione teatrale romana.
La storia dietro Evgenij Onegin
Evgenij Onegin è un’opera fondamentale della letteratura russa, pubblicata nel 1833 da Aleksandr Puškin dopo quasi dieci anni di lavoro. Questo poema in versi ha avuto un impatto significativo sulla narrativa russa del XIX secolo, influenzando autori come Dostoevskij e Tolstoj. La scrittura di Puškin è caratterizzata da una complessità stilistica notevole e da una profonda introspezione dei temi umani. La morte prematura dello scrittore a soli 37 anni in un duello riflette i drammi vissuti dai suoi personaggi.
La narrazione esplora le relazioni tra i protagonisti attraverso il prisma delle emozioni umane universali: amore non corrisposto, rimpianto e ricerca dell’identità. Questi elementi rendono l’opera non solo una pietra miliare della letteratura ma anche una fonte d’ispirazione per diverse forme artistiche nel corso degli anni.
Le musiche indimenticabili di Čajkovskij
Le musiche per il balletto sono state composte da Pëtr Il’ič Čajkovskij, che inizialmente ebbe dei dubbi sull’adattamento del poema per l’opera lirica. Tuttavia, grazie all’influenza della cantante Elizaveta Lavrovskaja e alla passione che sviluppò durante il processo creativo, la prima rappresentazione avvenne nel 1879 con grande successo. In lettere ai suoi contemporanei, Čajkovskij descrisse la musica come intrisa di “passione sincera”, capace di trasmettere le emozioni profonde dei personaggi.
L’opera è stata recentemente riproposta alla Scala di Milano con regia curata da Mario Martone e diretta dal maestro Timur Zangiev; questo ha contribuito a mantenere viva l’eredità musicale legata al balletto originale.
La coreografia innovativa di John Cranko
La coreografia firmata da John Cranko debuttò nel 1965 allo Staatsoper di Stoccarda ed è considerata uno dei punti salienti del repertorio classico contemporaneo. Cranko lavorò insieme al suo collaboratore Kurt-Heinz Stolze per adattare brani selezionati delle opere musicali composte da Čajkovskij in modo tale che potessero esaltare sia la danza sia la narrazione drammatica.
La coreografia si distingue per l’equilibrio tra danze popolari russe ed eleganza aristocratica; ogni movimento è pensato per esprimere emozioni complesse attraverso gesti raffinati. Questo approccio permette agli spettatori anche senza conoscenze pregresse della trama o dello stile narrativo del balletto d’intuire gli sviluppi emotivi sul palco.
Cranko stesso affermava che un vero balletto narrativo deve essere comprensibile anche a chi entra in teatro senza conoscere nulla della storia; questa visione continua ad ispirare i ballerini moderni nell’interpretazione delle sue opere classiche.
Un cast stellare sul palcoscenico romano
Alla prima romana hanno partecipato due stelle internazionali: Nicoletta Manni nel ruolo principale femminile Tatiana e Friedemann Vogel nei panni del tormentato protagonista Onegin. Manni porta sul palco tutta la grazia necessaria a interpretare Tatiana mentre Vogel incarna perfettamente le complessità psicologiche del suo personaggio grazie alla sua esperienza maturata sotto la guida artistica dello stesso Cranko.
Il supervisore coreografico Reid Anderson-Graefe garantisce fedeltà all’opera originale mentre Yseult Lendvai supporta il progetto come storica interprete del ruolo femminile principale; entrambi contribuiscono ad arricchire ulteriormente lo spettacolo con competenza tecnica ed artistica elevata.
L’allestimento scenico curato dalla designer Elizabeth Dalton completa quest’esperienza visiva straordinaria rendendo omaggio all’estetica romantica presente nell’opera originale pur mantenendo freschezza nelle scelte stilistiche attuali.