Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha manifestato il suo appoggio all’idea di introdurre un sorteggio per i membri del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm), evidenziando la necessità di una riforma in questo settore. Durante una conferenza stampa che si è svolta il 15 marzo 2025 nella biblioteca Tartaglione del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, Gratteri ha risposto alle domande dei giornalisti, mentre i magistrati presenti si sono fatti portavoce di una protesta indossando una coccarda tricolore contro una riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti.
La necessità di cambiamento
Gratteri ha dichiarato: “So che questa proposta non sarà gradita a molti magistrati, ma ritengo che il sorteggio dei componenti del Csm, così come quello dei membri designati dal Parlamento, sia necessario”. Ha messo in luce come l’attuale sistema elettivo presenti anomalie che necessitano di essere corrette. Secondo il procuratore, il sorteggio garantirebbe una maggiore equità , suddividendo l’ Italia in macro aree simili a quelle utilizzate per le elezioni del Parlamento europeo , rispettando così le proporzioni tra pubblici ministeri e giudici .
Esclusioni necessarie
In aggiunta, Gratteri ha specificato che i magistrati coinvolti in procedimenti disciplinari o penali, o quelli che mostrano ritardi nel deposito delle sentenze , dovrebbero essere esclusi dal sorteggio. Questo principio si applica anche ai membri laici nominati dal Parlamento, come avvocati o professori universitari, i quali non devono avere precedenti penali o disciplinari. “Chi è in grado di scrivere sentenze o di tenere una lezione universitaria dovrebbe anche essere in grado di valutare se una persona possa diventare presidente del tribunale”, ha sottolineato.
Riforma del csm e fiducia pubblica
Il procuratore ha inoltre sottolineato l’urgenza di una riforma del Csm, sostenendo che l’elezione dei suoi componenti potrebbe ridurre significativamente le anomalie legate alle correnti interne. Ha citato il caso Palamara come esempio emblematico del malfunzionamento dell’attuale sistema, affermando che, a seguito di tale scandalo, i membri del Csm avrebbero dovuto dimettersi per ripristinare la fiducia dell’opinione pubblica. “Era fondamentale dare un segnale di cambiamento, ma il messaggio che è stato trasmesso è stato quello dell’autoconservazione”, ha concluso Gratteri, rimarcando l’urgenza di un intervento riformatore nel settore della giustizia .