Il Teatro Duse di Genova ha registrato un’affluenza straordinaria ieri sera per la prima del dramma “Equus”, scritto da Peter Shaffer. L’evento ha richiamato un pubblico variegato, con una presenza significativa sia di giovani che di anziani. Tra questi ultimi, molti ricordano la rappresentazione originale avvenuta cinquant’anni fa proprio su quel palcoscenico, allora diretto dal giovane regista Marco Sciaccaluga. Oggi, il testimone è passato a suo figlio Carlo, che ha curato la regia dell’attuale produzione.
Un passaggio generazionale significativo
La scelta di Carlo Sciaccaluga come regista rappresenta un simbolico passaggio generazionale nel mondo del teatro genovese. La versione attuale mantiene alcuni elementi della produzione originale, come l’uso delle maschere per i cavalli e una traduzione aggiornata del testo. Carlo ha saputo adattare il linguaggio alle sensibilità contemporanee; ad esempio, i jingle pubblicitari inseriti nel dialogo offrono uno spunto ironico e attuale.
La scenografia progettata da Anna Varaldo contribuisce a creare l’atmosfera necessaria per raccontare questa storia complessa e profonda. Lo spazio vuoto sul palco è arricchito da una passerella che scende verso il pubblico e circonda una pedana rotante centrale. Qui si svolge il dramma tra lo psichiatra Martin e Alan, un giovane che compie un gesto estremo accecando sei cavalli adorati senza apparente motivo.
La trama intensa e le performance coinvolgenti
Nel corso dello spettacolo della durata di oltre due ore e quaranta minuti, gli spettatori sono stati guidati attraverso le intricate dinamiche psicologiche tra Martin ed Alan. Il dottore cerca non solo di comprendere le motivazioni dietro l’atto violento del ragazzo ma anche di esplorare le proprie fragilità emotive in questo confronto serrato tra istinto e razionalità.
Uno dei momenti più toccanti è quando Martin esprime invidia nei confronti del giovane Alan; quest’ultimo sembra aver vissuto appieno i suoi desideri più profondi almeno per una notte. Il testo affronta temi complessi come la passione fisica contrapposta alla spiritualità in modo incisivo ed evocativo.
Carlo Sciaccaluga ha gestito con grande abilità questa drammaturgia ricca di sfumature emotive utilizzando luci suggestive e musiche evocative . Questi elementi hanno creato momenti teatrali memorabili: dalla scena dei cavalli accompagnata dal ritmo degli zoccoli al trotto fino alla celebre sequenza in cui Alan tenta invano un contatto intimo con la sua ragazza mentre si sente oppresso dalla presenza simbolica dei cavalli.
Un cast eccezionale
Il cast dello spettacolo si distingue per talentuosa interpretazione dei personaggi chiave. Pietro Giannini offre una performance intensa nel ruolo di Alan, trasmettendo efficacemente il conflitto interiore del suo personaggio. Luca Lazzareschi interpreta lo psichiatra Martin con lucidità analitica; entrambi riescono a catturare l’attenzione degli spettatori dall’inizio alla fine dello spettacolo.
Le altre figure significative includono Pia Lanciotti nei panni della madre preoccupata di Alan, Paolo Cresta nel ruolo paterno autoritario ed altri attori come Camilla Semino Favro, Giulia Prevedello e Michele De Paola che completano egregiamente il cast principale contribuendo all’intensificazione dell’atmosfera drammatica sul palco.
Le repliche continueranno fino al 6 aprile offrendo così ulteriori opportunità agli spettatori interessati a vivere questa esperienza teatrale unica nella storicizzata cornice genovese.