Giulio Donato presenta “Labirinti”: un film sull’amicizia e le radici calabresi

Il regista Giulio Donato presenta il suo primo lungometraggio “Labirinti” al cinema Troisi di Roma, esplorando temi di amicizia e origini familiari in un contesto calabrese.
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Martedì 15, il regista Giulio Donato porterà al cinema Troisi di Roma il suo primo lungometraggio intitolato “Labirinti”. Dopo aver partecipato alle Giornate degli autori alla Mostra di Venezia, questo film rappresenta una tappa significativa nella carriera del giovane regista romano. Con soli 31 anni e una lunga esperienza nel cortometraggio, Donato esplora temi profondi come l’amicizia e le origini familiari in un contesto calabrese.

La trama di “Labirinti”

“Labirinti” racconta la storia di Francesco, interpretato da Francesco Grillo, un ragazzo che vive in un paesino della Calabria. Qui, tra case mezza vuote e atmosfere nostalgiche, trova un libro dal titolo omonimo. Questo libro diventa per lui una sorta di rifugio: lo nasconde per paura del giudizio dei suoi amici ma è attratto dalla sua trama magica. La narrazione si sviluppa attorno al desiderio di Francesco di plasmare una realtà alternativa attraverso i sogni. In questo viaggio interiore riesce a comunicare con se stesso e ad affrontare le proprie paure legate all’espressione dei sentimenti.

Il film non è solo la storia personale di Francesco; è anche quella dell’amicizia con Mimmo , che decide di rimanere in Calabria mentre Francesco si trasferisce a Roma per diventare maestro elementare. Attraverso questa amicizia maschile si esplorano temi come il coraggio e la speranza in un contesto generazionale caratterizzato da spaesamento.

L’importanza della libertà narrativa

Asia Argento accompagna Giulio Donato nella presentazione del film ed esprime il suo entusiasmo per il progetto. Ha lavorato con lui quando era solo diciannovenne aiuto regista ed ora sottolinea l’importanza della libertà narrativa presente nel film: «La libertà del racconto forse è più importante del racconto stesso». Argento percepisce nel lavoro di Donato una luce che evoca ricordi sbiaditi della gioventù.

Secondo lei, ciò che rende “Labirinti” speciale non sono solo i riferimenti al Sud Italia o alla formazione personale dei protagonisti ma piuttosto l’emozione genuina trasmessa dal racconto stesso. Asia spera che gli spettatori possano trovare domande stimolanti dopo aver visto il film: «Spero ci sia pubblico per un’opera lirica come questa».

Collaborazioni significative

Giulio ha avuto opportunità importanti grazie alla sua rete professionale; tramite Asia Argento ha conosciuto Abel Ferrara, famoso regista americano con cui ha collaborato come assistente in otto progetti cinematografici. Questa esperienza gli ha aperto gli occhi su uno stile cinematografico diverso: libero e audace.

In seguito ha incontrato Giada Colagrande e Willem Dafoe—amici stretti di Ferrara—che hanno ulteriormente influenzato la sua visione artistica. Cresciuto ammirando i lavori iconici di Pasolini, Terrence Malick e Garrone tra gli altri, Giulio trae ispirazione anche dalla musica contemporanea e dall’arte digitale.

Con “Labirinti”, Giulio Donato non solo debutta sul grande schermo ma porta avanti una tradizione cinematografica ricca d’emozioni umane profonde legate alle sue radici calabresi.