Gip di Bologna archivia l’istigazione al suicidio di Vincent Plicchi e ordina indagini per diffamazione

Il Gip di Bologna archivia il caso di istigazione al suicidio di Vincent Plicchi, ma ordina indagini per diffamazione, sollevando interrogativi sulle responsabilità degli utenti dei social media.
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gip di bologna archivia il caso di istigazione al suicidio di vincent plicchi e avvia indagini per diffamazione nel 2025

Il Gip del Tribunale di Bologna, Alberto Ziroldi, ha archiviato il caso riguardante l’istigazione al suicidio di Vincent Plicchi, il giovane tiktoker bolognese che si è tolto la vita durante una diretta il 9 ottobre 2023. Questa decisione è stata presa in seguito alla richiesta della pm Elena Caruso, la quale ha ritenuto che le azioni dei soggetti coinvolti, sebbene moralmente discutibili, non fossero sufficienti a configurare il reato previsto dall’articolo 580 del codice penale, almeno dal punto di vista soggettivo. Contestualmente, il Gip ha disposto che gli atti vengano inviati alla Procura per ulteriori indagini, questa volta riguardanti il reato di diffamazione.

Le circostanze del caso

La storia ha avuto inizio lo scorso maggio, quando la madre e la zia di Vincent Plicchi, assistite dall’avvocato Daniele Benfenati, hanno presentato un esposto per chiarire le circostanze della tragedia. Nel loro documento, le familiari hanno menzionato alcuni nomi e nickname di utenti dei social media che avrebbero potuto contribuire a creare un ambiente ostile nei confronti del giovane, influenzando così la sua drammatica decisione. Tuttavia, la Procura aveva inizialmente chiesto l’archiviazione del caso, una posizione contestata dai familiari.

Le dichiarazioni del Gip

Nella sua sentenza, il Gip Ziroldi ha sottolineato la mancanza di prove concrete che dimostrassero che gli autori dei messaggi e dei commenti offensivi fossero realmente consapevoli delle conseguenze delle loro azioni. “Non vi è la prova (né la stessa pare acquisibile aliunde) che gli autori dei messaggi e dei commenti contestati fossero realmente consapevoli del fatto che tali atteggiamenti avrebbero potuto spingere il giovane Vincent Plicchi all’estremo gesto”, ha affermato il Gip. Inoltre, ha evidenziato che lo stesso ragionamento si applica ai due individui identificati come presunti autori del piano che ha portato al linciaggio mediatico di Vincent. Le conversazioni estrapolate suggeriscono che il loro intento fosse quello di ostacolare l’ascesa sui social del personaggio noto come ‘Inquisitor’, considerato da loro un temibile concorrente.

Le implicazioni legali e sociali

La decisione del Gip di archiviare il reato di istigazione al suicidio, pur ordinando ulteriori indagini per diffamazione, solleva interrogativi cruciali sulle responsabilità legali e morali degli utenti dei social media. In un’epoca in cui le piattaforme digitali rivestono un ruolo centrale nella vita quotidiana, il confine tra libertà di espressione e responsabilità per le proprie parole diventa sempre più labile. La vicenda di Vincent Plicchi evidenzia l’urgenza di riflessioni più approfondite su come le interazioni online possano influenzare la vita reale e, in casi estremi, portare a conseguenze tragiche.

La questione della diffamazione e della responsabilità degli utenti dei social media continuerà a essere al centro del dibattito pubblico, mentre la comunità cerca risposte e soluzioni per prevenire simili tragedie in futuro.

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