Giorgia Meloni ha rilasciato un’intervista al Financial Times, la prima a un quotidiano estero da quando è diventata premier. Le sue dichiarazioni chiariscono la sua posizione rispetto alla geopolitica europea e alle relazioni con gli Stati Uniti, segnando un distacco netto dalle posizioni tradizionali dell’Unione Europea. La leader di Fratelli d’Italia non intende sostenere le iniziative di Macron e Starmer riguardo all’Ucraina e ai dazi, suscitando reazioni contrastanti nel panorama politico italiano.
La posizione di Meloni sul conflitto ucraino
Nell’intervista, Meloni ha espresso chiaramente che non intende affiancarsi agli altri leader europei nella loro strategia riguardo all’Ucraina. Questo approccio rappresenta una rottura rispetto alla linea comune adottata dall’Unione Europea. Durante il summit dell’Eliseo, Macron ha delineato un percorso verso un impegno diretto della Francia e del Regno Unito in Ucraina; tuttavia, Meloni sembra voler mantenere una certa distanza da queste dinamiche.
La premier italiana ha sottolineato che chiedere agli alleati di schierarsi con gli Stati Uniti o con l’Europa è “superficiale”. Secondo lei, l’Italia potrebbe svolgere un ruolo cruciale nel costruire ponti tra Washington e le capitali europee per evitare uno scontro diretto tra USA ed Europa. Tuttavia, questa visione appare sempre più complessa in considerazione delle attuali tensioni internazionali.
Meloni si propone quindi come mediatrice in grado di riaprire i canali comunicativi tra le diverse potenze coinvolte nel conflitto ucraino. Ma la sua posizione sembra ora più inclinata verso Trump piuttosto che verso i partner europei tradizionali.
Critiche interne ed esterne
Le dichiarazioni della premier hanno sollevato polemiche anche all’interno del suo stesso partito e tra i membri dell’opposizione. Elly Schlein e altri esponenti politici hanno accusato Meloni di essere “il cavallo di Troia” per Trump in Europa, accusandola di tradire gli interessi nazionali italiani per favorire quelli americani.
In questo contesto interno turbolento si inserisce anche Matteo Salvini che ha ripreso a farsi sentire dopo giorni di silenzio critico nei confronti della leadership della premier. Salvini sostiene apertamente il legame con Trump contro le posizioni più bellicose dei leader europei come Macron e von der Leyen. Questa divisione interna mette ulteriormente pressione su Meloni mentre cerca di navigare attraverso acque politicamente instabili sia a livello nazionale che internazionale.
L’importanza del sostegno europeo
Nonostante il suo avvicinamento agli Stati Uniti, Giorgia Meloni deve fare i conti con la necessità del supporto europeo su temi cruciali come l’immigrazione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza . Le recenti tensioni politiche potrebbero compromettere questi aspetti fondamentali per il governo italiano se dovesse continuare ad allontanarsi dalle posizioni comuni dell’Unione Europea.
Il rischio è quello di trovarsi isolati mentre cerca allo stesso tempo supporto dagli Stati Uniti senza alienare Bruxelles su questioni vitali per l’Italia. La sfida consiste nell’equilibrare queste due dimensioni senza compromettere né le relazioni transatlantiche né quelle europee.
Meloni spera ancora nella possibilità d’intervenire positivamente nelle trattative internazionali ma deve affrontare pressioni crescentemente forti sia dai suoi alleati interni sia dalla comunità internazionale più ampia.