La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto un’importante spinta dalla Commissione Europea riguardo al progetto dei centri per migranti in Albania. Questa notizia arriva dopo una telefonata con Ursula von der Leyen e prima di un incontro previsto con Donald Trump. La Commissione ha proposto di anticipare l’entrata in vigore di alcune norme del Patto su immigrazione e asilo, permettendo così all’Italia di riempire le strutture a Gjader.
Il pacchetto di norme sull’immigrazione
Inizialmente previsto per entrare in vigore nel giugno 2026, il pacchetto normativo sulla gestione dell’immigrazione potrebbe essere attuato prima grazie alla richiesta della Commissione Ue. L’obiettivo è ampliare le procedure accelerate o quelle ai confini, che limitano i diritti dei richiedenti asilo e prevedono il trattenimento. Le nuove misure si applicheranno alle nazionalità con tassi d’asilo inferiori al 20% nell’Ue e a paesi considerati “sicuri”, anche se ci sono eccezioni per specifiche aree geografiche o categorie sociali.
La proposta include una lista comune che affianca quelle nazionali già esistenti. Tra i paesi indicati figurano Kosovo, Colombia, India e Marocco; inoltre sono inclusi Bangladesh, Egitto e Tunisia come target principali per i centri italiani oltre Adriatico. Questi ultimi due paesi erano stati inizialmente esclusi dal protocollo con Tirana fino a quando non sono emerse contestazioni da parte dei giudici romani riguardo alla loro inclusione nella lista nazionale.
Nei mesi scorsi la Commissione aveva già manifestato l’intenzione di anticipare questa lista comune; tuttavia l’ufficializzazione recente segna un’accelerazione significativa nel processo legislativo europeo. Questo sviluppo rappresenta non solo un vantaggio politico interno per Meloni ma anche una sfida diretta alla Corte di giustizia dell’Ue.
La posizione della Corte di giustizia Ue
Una settimana fa l’avvocato generale Richard de la Tour ha reso pubblico il suo parere sulla questione dei paesi sicuri sollevata dai tribunali italiani. Questo parere evidenzia come la Commissione sia stata più ricettiva alle richieste politiche italiane rispetto agli aspetti giuridici europei tradizionali. Durante il mese intercorso tra le osservazioni scritte presentate dalla Commissione e l’udienza orale tenutasi lo scorso febbraio, si è assistito a un cambio radicale nella posizione della stessa istituzione europea.
L’avvocato generale ha sostenuto che sia legittimo includere nell’ordinamento italiano una lista dei paesi sicuri; tuttavia ha contraddetto alcuni punti chiave sostenuti dal governo Meloni relativi al controllo giudiziario delle informazioni fornite ai richiedenti asilo ed eventuali eccezioni basate su categorie specifiche di persone vulnerabili. Secondo de la Tour tali eccezioni devono essere chiaramente definite all’interno del contesto dello Stato di diritto ed essere numericamente limitate.
Se queste condizioni venissero accolte nella sentenza attesa entro giugno prossimo – benché non vincolante – potrebbero rendere difficile l’inclusione dei tre stati menzionati nei piani governativi italiani relativi ai centri in Albania.
Reazioni politiche alle nuove proposte
La proposta avanzata dalla Commissione deve seguire comunque il normale iter legislativo attraverso il Consiglio dell’Ue e il Parlamento Europeo; considerando gli attuali equilibri politici favorevoli alla destra europea non dovrebbero emergere ostacoli significativi lungo questo percorso normativo.
Attualmente però rimane invariato lo scenario giuridico esistente; anzi questa iniziativa dimostra come l’esecutivo guidato da Meloni stesse cercando d’applicare normative ancora non operative sul territorio italiano. Politicamente parlando però questo sviluppo viene interpretato come una conferma della direzione intrapresa dall’Italia negli ultimi anni nel gestire le questioni relative all’immigrazione secondo lineamenti sempre più restrittivi.
Meloni stessa ha commentato entusiasta: «È un’ulteriore conferma della bontà della direzione tracciata dal Governo italiano». Tuttavia critiche arrivano anche dall’opposizione: Riccardo Magi parla d’esultanza infondata mentre Cecilia Strada definisce discutibili le posizioni assunte dalla Commissione e Nicola Fratoianni critica apertamente la scelta del ministro Piantedosi sull’inserimento dell’Egitto tra i paesi considerati sicuri.
L’evoluzione geopolitica delle migrazioni
Ursula von der Leyen continua a mostrare sostegno verso Meloni creando imbarazzo tra le fila del Partito Democratico che si era opposto al progetto albanese durante la scorsa legislatura ma ora si trova diviso su questa nuova linea politica europea sull’immigrazione.
Le recentissime dichiarazioni rilasciate da von der Leyen mettono in luce cambiamenti significativi nelle dinamiche geopolitiche globalizzate odierne dove diritti fondamentali sembrano subire pressioni crescenti sotto vari aspetti politici ed economici.
Concludendo va sottolineato che queste manovre legislative hanno implicazioni profonde sui diritti d’asilo storicamente garantiti nell’Unione Europea mettendo così a rischio uno degli elementi fondanti delle democrazie liberali nate dopo conflitti mondiali passati.
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