La navicella spaziale Gaia, lanciata nel 2013 dall’Agenzia spaziale europea , ha raggiunto il termine della sua missione. Dopo più di dieci anni dedicati all’osservazione e alla mappatura dell’universo, gli specialisti dell’ESA hanno annunciato che Gaia verrà inviata in orbita attorno al Sole e sarà spenta. Questa operazione segna la conclusione di un progetto che ha rivoluzionato la nostra comprensione della Via Lattea e oltre.
La fine della missione di Gaia
Il 27 marzo 2025 rappresenta una data significativa per gli astronomi: Gaia chiuderà ufficialmente i suoi strumenti dopo aver fornito dati preziosi per oltre un decennio. Gli esperti dell’ESA hanno programmato l’invio della navicella in orbita solare, dove non potrà più contribuire alle osservazioni astronomiche. Il lavoro svolto da Gaia è stato fondamentale per creare una mappa dettagliata delle posizioni e dei movimenti degli oggetti celesti nella nostra galassia.
Dopo aver “chiuso gli occhi” il 15 gennaio scorso, i tecnici hanno effettuato test finali sugli strumenti a bordo della navicella. Questi test sono stati cruciali per raccogliere informazioni utili anche per futuri telescopi spaziali. Durante questo periodo, l’orientamento di Gaia rispetto al Sole è cambiato in modo tale da renderla visibile anche agli astronomi amatoriali.
I contributi scientifici di Gaia
Gaia ha avuto un impatto significativo sulla comunità scientifica grazie ai dati raccolti durante la sua operatività. La sonda ha catalogato quasi due miliardi di stelle, milioni di galassie potenziali e circa 150.000 asteroidi, generando oltre 13.000 studi pubblicati da parte degli astronomi fino ad oggi.
L’obiettivo principale del progetto era quello di rivelare la storia e la struttura della Via Lattea attraverso una mappa tridimensionale precisa delle posizioni e delle velocità stellari. Grazie ai dati ottenuti da Gaia, gli scienziati sono riusciti a stimare la massa dell’alone oscuro che circonda la nostra galassia ed identificare migliaia di stelle intruse provenienti da altre galassie.
Inoltre, le misurazioni effettuate dalla sonda hanno permesso importanti scoperte riguardanti eventi passati nella storia galattica come incontri con galassie satellite molto più recenti del previsto dagli studiosi.
L’eredità futura di Gaia
Gaia non solo ha contribuito alla conoscenza attuale dell’universo ma continuerà a influenzare le future esplorazioni spaziali attraverso i suoi dati utilizzati dai nuovi telescopi come il James Webb Space Telescope e Euclid dell’ESA. Questi strumenti si baseranno sulle informazioni fornite dalla sonda per calibrare le loro osservazioni nel cielo profondo.
In prospettiva futura, l’agenzia sta già progettando una nuova missione successore che avrà come obiettivo quello di raccogliere luce infrarossa anziché ottica; questa nuova iniziativa potrebbe essere lanciata non prima del 2040 ed offrirà ulteriori opportunità agli astronomi per studiare aree nascoste dalla polvere interstellare nel centro della Via Lattea.
Nel frattempo, mentre si prepara a orbitare attorno al Sole come parte finale del suo viaggio cosmico, il contributo scientifico lasciato da Gaia rimarrà impresso nella storia dell’astronomia moderna.