L’arte marziale è al centro dell’ultima fatica di Gabriele Mainetti, il regista noto per i suoi lavori che mescolano generi e culture. Il suo nuovo film, “La città proibita”, uscirà il 13 marzo e si propone come un’opera che esplora il rapporto tra l’Occidente e l’Asia, offrendo uno sguardo inedito mediante l’uso del kung fu non solo come combattimento, ma anche come danza. Le influenze cinematografiche di grandi maestri, come Bruce Lee, permeano ogni scena, rendendo l’opera unica e coinvolgente.
Il viaggio artistico di Gabriele Mainetti
Gabriele Mainetti esprime la sua lunga passione per le arti marziali, descrivendole come un balletto piuttosto che una semplice lotta. L’ispirazione per “La città proibita” nasce da un lavoro di riflessione e progettazione avvenuto nel 2022, in collaborazione con gli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino. Mainetti, noto per i suoi film cult, come “Lo chiamavano Jeeg Robot”, sottolinea quanto sia stato fondamentale il processo creativo che ha portato alla realizzazione di questo film. Già dai primi abbozzi della sceneggiatura, l’intenzione del regista era quella di connettere due culture diverse attraverso una storia d’amore che si snoda nell’ambientazione multietnica di Piazza Vittorio, a Roma.
La decisione di ambientare la pellicola in questo quartiere non è casuale. Qui si intrecciano fragilità, ambizioni e conflitti tipici di una società sempre più globalizzata. Mainetti spera di dipingere un affresco di una Roma che convive con le sue diversità, mostrando come le differenze possano incontrarsi e fondersi. “La città proibita” non è una semplice storia d’amore, ma un racconto che affronta pregiudizi e sfide legate all’identità culturale.
La trama avvincente e i personaggi principali
Il film segue la storia di Mei, interpretata da Yaxi Liu, una giovane ragazza cinese che arriva a Roma in cerca della sorella scomparsa. Questa ricerca la porterà a incrociarsi con le vite di Marcello, un cuoco il cui ristorante è in crisi, e della madre Lorena, interpretata da Sabrina Ferilli. La loro vita è pesantemente influenzata dal passato del padre Alfredo, che ha abbandonato la famiglia per ricominciare altrove.
Una volta che i destini di Mei e Marcello si legano, inizia una lotta non solo contro i nemici esterni, ma anche contro antichi pregiudizi culturali. La vicenda si nutre di colpi acrobatici di kung fu che amplificano le tensioni narrative, creando un equilibrio tra azione e romanticismo. La scelta di girare all’Esquilino, nei pressi di Piazza Vittorio, arricchisce la narrazione, offrendo uno spaccato di Roma dove convivono culture diverse. Non mancano momenti di commedia, elementi tipici della tradizione del cinema italiano, che rendono la narrazione leggera e accessibile.
L’eroina del film e la scelta dell’attrice
Un elemento distintivo di “La città proibita” è rappresentato dalla figura di Mei, un’eroina che rompe con gli stereotipi tradizionali tipicamente associati alle arti marziali. Mainetti commenta come, se avesse scelto un protagonista maschile, la storia sarebbe risultata meno interessante. La tensione tra culture diverse è il cuore del film, con il cibo che funge da collante tra i vari personaggi. L’attrice Yaxi Liu, che nella vita reale ha alle spalle una solida carriera come stuntwoman, ha conquistato il regista non solo per le sue abilità marziali, ma anche per l’intensità emotiva dimostrata durante i provini.
Nonostante la sua impressionante esperienza nel kung fu, Liu ha impressionato Mainetti con un’interpretazione toccante di una scena drammatica che rispecchia la sua personale esperienza. La sua storia, nella quale il padre ha dovuto affrontare difficoltà per regolarizzare la propria posizione in Cina, si ricollega perfettamente alla narrativa del film, dove Mei è vista come una “figlia ombra”, riflettendo le complessità delle identità culturali in un contesto contemporaneo.
“La città proibita” si appresta a diventare un’opera significativa nel panorama cinematografico italiano, fondendo umorismo, azione e una visione profonda delle sfide intergenerazionali e interculturali.