Il regista Gabriele Mainetti, noto per i suoi film di successo, si prepara a incontrare il pubblico torinese domani. La sua visita coincide con la presentazione del suo nuovo lavoro, ‘La città proibita‘, che sarà proiettato in diverse sale cinematografiche della città. Mainetti, che ha sempre manifestato una passione per il cinema, condivide il suo punto di vista su cosa significhi essere regista e il suo particolare legame con Torino, una città che, seppur non conosciuta a fondo, lo affascina profondamente.
Il legame di Mainetti con il regista Quentin Tarantino
Durante un’intervista, Mainetti rivela di aver appreso molto da incontri precedenti con registi come Quentin Tarantino. Questo influente cineasta gli ha trasmesso un concetto importante: un regista deve essere in grado di vivere il proprio lavoro come uno spettatore appassionato. Mainetti racconta che, quando può rivedere i suoi film, si ferma sempre a guardarli con interesse, riflettendo sull’esperienza creativa e sull’effetto del racconto sul pubblico. La sua visione del cinema è quindi intrinsecamente legata a come i film possano divertire e coinvolgere chi li guarda, permettendo così una vera connessione emotiva.
Torino: un metissage di storie e ispirazioni
Il regista ha espresso un’affezione particolare per Torino, nonostante la sua conoscenza della città sia limitata. La sua esperienza personale include visite per presentazioni di film e la partecipazione a festival cinematografici. Mainetti descrive la città come accogliente e intrigante e confida di avere nel cassetto una storia che meriterebbe di essere raccontata lì. Torino, per lui, presenta un’atmosfera unica che stimola la creatività, rappresentando un potenziale scenario per future opere. L’interesse di Mainetti per il contesto urbano torinese è anche un segno della sua predisposizione a esplorare nuove ambientazioni nei suoi progetti cinematografici.
Liu Yaxi e il suo debutto: una speranza per il cinema cinese
Nel suo nuovo film, Mainetti ha scelto come protagonista la giovane attrice cinese Liu Yaxi, delle cui aspirazioni professionali si è fatto portavoce. Yaxi sogna di affermarsi come attrice in Cina, e Mainetti auspica che ‘La città proibita‘ possa rappresentare una porta d’ingresso per lei nella cinematografia. Il suo ruolo nel film, però, non è privo di sfide, visto che la pellicola affronta tematiche che potrebbero risultare delicate per le autorità cinesi. Mainetti spera che Yaxi possa evitare il rischio di finire in produzioni mediocri italiane e sognerebbe di vederla lavorare con grandi registi, tanto in Italia quanto in Cina, dove potrebbe davvero brillare.
Sperimentazione e innovazione: il futuro di Mainetti
Con una carriera già affermata, Mainetti non si pone limiti creativi. Durante l’intervista, ha rivelato il suo desiderio di esplorare diversi generi cinematografici, dall’horror al fantascientifico, fino al western e al giallo. La sua idea di cinema si fonda sulla necessità di raccontare storie contemporanee, evitando la trappola della nostalgia. In questo contesto, Mainetti sottolinea l’importanza di produrre film che parlino del presente, capaci di risuonare con le esperienze e le emozioni di oggi. Sottolinea come il cinema non debba mai essere un semplice riflesso del passato, ma piuttosto un mezzo per affrontare sfide attuali e future.