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Meta presenta un nuovo tool per la moderazione dei commenti su Facebook e Instagram

Meta potenzia la moderazione: nuovo strumento anti-commenti tossici su Facebook e Instagram

Meta annuncia un nuovo tool di moderazione per Facebook e Instagram, pensato per ridurre hate speech e contenuti offensivi in tempo reale.

Meta ha lanciato un nuovo sistema di moderazione che sfrutta l’intelligenza artificiale per individuare e bloccare più velocemente i contenuti ritenuti inappropriati o dannosi su Facebook e Instagram. L’obiettivo è offrire agli utenti un ambiente più sicuro, grazie a filtri avanzati in grado di riconoscere hate speech, insulti e spam. Il roll-out del nuovo tool è iniziato in diversi Paesi e continuerà a espandersi nelle prossime settimane.

Mentre l’Ue è alle prese con le ingerenze sempre più sfacciate del proprietario di X, Elon Musk, nella politica interna degli Stati membri, la pugnalata alle spalle che non ti aspetti. Mark Zuckerberg, fondatore e Ceo di Meta, ha annunciato l’addio ai programmi di fact-checking su Facebook e Instagram. Puntando il dito contro il vecchio continente, dove “un sempre crescente numero di leggi istituzionalizzano la censura”. Da Bruxelles, la risposta infastidita: “Rifiutiamo categoricamente ogni accusa di censura da parte nostra”. Ma appare sempre più evidente la difficoltà di imbrigliare le grandi piattaforme social secondo la legge Ue sui servizi digitali.

Una svolta, quella del gigante hi-tech con sede a Menlo Park, per ora limitata agli Stati Uniti. Un occhiolino al presidente eletto Donald Trump e al suo braccio destro Musk: “Ci libereremo dei fact-checker e li sostituiremo con note della comunità simili a X, a partire dagli Stati Uniti”, ha spiegato Zuckerberg in un videomessaggio. Poi l’avvertimento oltre oceano: “Lavoreremo col presidente Trump per respingere i governi di tutto il mondo che se la prendono con le società americane e premono per una censura maggiore“, ha dichiarato accusando esplicitamente l’Unione europea. Un avvertimento non solo all’Ue, ma anche ai governi dell’America Latina e alla Cina.

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