La pagina della vergogna

E’ arrivato un post sulla mia bacheca inaspettato: all’inizio non avevo capito bene di cosa si trattasse ma poi, leggendo meglio, ho visto e per un attimo ho avuto la voglia di cancellarmi da ogni social network.
Della trageda accaduta a Lampedusa ormai ne sappiamo tutti i dettagli: ogni giorno il numero dei corpi recuperati in mare aumenta, le indignazioni si fanno sentire da ogni parte e non sono mancate le solite polemiche che, a mio avviso, non servono a nulla.
In tutto questo marasma si è alzata la voce del nostro Papa Francesco che con una sola parola ha ben descritto tutto: VERGOGNA.
Ecco, purtroppo la vergogna non l’hanno provata coloro che hanno il gruppo più brutto che abbia mai visto in vita mia: “Lampedusa terra di mezzo espropriamola ai lampedusani”.
La mia reazione è stata: ok tempo dieci minuti e Facebook cancellerà questo scempio. E invece no: grazie alla descrizione della pagina i contenuti non violano le normative del social network.
“Lampedusa dovrebbe essere espropriata ai lampedusani e diventare un posto d’accoglienza per i poveri profughi”
Questa frase genera confusione e trae in inganno, perché il senso è quello di dare asilo ai profughi; nonostante le segnalazioni, la pagina del gruppo è ancora aperta. I post e i commenti sono tutt’altro che ricchi di pace ed accoglienza: sono pieni di odio e razzismo non solo verso i profughi, ma anche verso i lampedusani stessi.
Ecco VERGOGNA dovrebbe essere il sentimento che si prova a leggere quello che c’è scritto in questa pagina, la stessa vergogna che ho provato io scoprendola; e invece c’è chi se la ride, aizza discussioni inutili, piene di luoghi comuni e (scusate) di basso livello.
La questione dell’immigrazione è complessa e di sicuro non sarò io ne questo articolo a dare soluzioni: ma se c’è una cosa che mi sento da dire oltre a vergogna, è un’altra parola che nasconde in se un significato talmente profondo che se capito, può solo far del bene a un paese troppo spesso trattato male soprattutto da chi lo abita. SILENZIO.
LA PAGINA E’ STATA CANCELLATA.
Francesca Lizi