In arrivo a luglio i video commerciali su Facebook

La pubblicità in video potrebbe far scappare molti, ma i più sono disposti ad accettare questa piccola intrusione.
“È gratis e lo sarà sempre”. È questa la frase slogan di Facebook inserita nella sua pagina di log in dopo le numerose voci secondo cui il re dei social network sarebbe presto diventato a pagamento. Eppure, nonostante la promessa fatta, le voci hanno continuato a girare perché molti, non arrivando a capire la portata economica delle informazioni che loro stessi pubblicano, fanno fatica a concepire come Zuckerberg sia riuscito ad arricchirsi in quel modo e temono una sua eccessiva sete di denaro. Più che sua, in realtà, la sete di denaro potrebbe essere degli azionisti che lo scorso agosto, dopo tre mesi dall’entrata in borsa, si sono visti dimezzare il valore delle azioni di Facebook da 38 dollari a poco più di 19.
Ma la strada da intraprendere non sarà mai quella di far pagare l’utilizzo del social network, cosa che farebbe scappare tutti gli utenti, bensì quella di aumentare i proventi della pubblicità che per il momento si aggirano attorno all’80% delle entrate totali.
Ora quindi, anche in relazione alla crescita delle connessioni in mobilità, i piani alti hanno pianificato per luglio l’arrivo di video commerciali di 15 secondi che compariranno senza sonoro ai lati della pagina. Nel caso poi in cui l’utente decidesse di attivare l’audio, il video riprenderà dall’inizio. Ma questo è un lasso di tempo piuttosto breve se pensiamo che in molti casi You Tube obbliga alla visione di video pubblicitari leggermente più lunghi prima di caricare quello di interesse per l’utente.
Tra i possibili apripista disposti a sborsare milioni di dollari per 15 secondi di attenzione dei milioni di utenti di Facebook ci sono società come Coca Cola, Ford, Nestlé e American Express.
Raccogliendo in parte la sfida dei microfilm lanciata da Vine e mettendo in pratica anche la propria esperienza legata alle trasmissioni streaming sulle Olimpiadi e sulla campagna elettorale Statunitense, il social network si sente pronto a compiere questo passo che, secondo alcuni analisti, potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Ma molti altri la pensano diversamente perché la dannosità di video commerciali non sarebbe maggiore delle inserzioni “statiche” già presenti in gran numero sulle pagine.
Nadia Marchesi