Facebook

Facebook: la febbre social sta passando, definitivamente?

L’annuncio del declino di Facebook da uno studio condotto presso l’università di Princeton. Accadrà davvero?

Già in molti all’inizio l’avevano additata come una specie di malattia contagiosa, anzi virale (virale come le idee che sono alla base della nascita dei migliori progetti). La chiamavano febbre da social! Ed è quello che è successo, il Social Network più famoso al mondo nato circa una decina di anni fa sembra si stia già avviando verso il suo declino e che gli utenti ormai immuni dal contagio stiano anzi guarendo.

Facebook in declino

La notizia arriva da uno studio di John Cannarella e Joshua Spechler del dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale dell’università di Princeton (Usa) che con la loro ricerca, fatta in base ai modelli di analisi dello sviluppo delle epidemie, hanno dimostrato i social network, paragonati alle epidemie stesse, sono destinati nei prossimi anni ad un forte calo degli utenti. I social network, come le malattie, si diffondono in maniera virale tra le persone e vengono condivise attraverso contatti e mezzi di comunicazione prima di perdere forza. Fino a che l’interesse non scema e le persone diventano immuni e guariscono.

Proposta

Secondo questa metafora delle epidemie, Facebook come un virus si è diffuso infettando milioni di persone soprattutto della fascia di età compresa tra i 16 e 18 anni. Ma a 10 anni dalla sua virale diffusione sembra che proprio quella fascia di utenti, per lo più teenager, stia appunto diventando immune dalla febbre social blu, perdendo interesse ed emigrando verso altri social.

Risultato? Nello specifico questo studio prevede che, tra il 2015 e il 2017, non rimarrà che una minima parte di iscritti al Social Network di Zuckerberg e che ben l’80% lo abbandonerà, fino a che non sarà solo un ricordo archiviato per la stragrande maggioranza. Il calo per il più pervasivo dei social è dato per certo e i più giovani sembrano lasciare spazio ai loro genitori.

Cannarella e Spechler hanno applicato il modello di diffusione delle malattie anche a tutti gli altri social network, prendendo in considerazione come caso di studio MySpace, che ha disegnato un modello esemplare per la loro teoria, dall’ideazione nel 2003 (con una crescita sostenuta a partire dal 2005, il picco nel 2008, con 75,9 milioni di utenti unici al mese e il declino a partire dal 2009), fino alla completa oscurità, nel 2011.

E’ un modello di studio che però contrasta con i dati diffusi dal Global Web Index, secondo cui  Facebook, nonostante un lieve calo dei suoi iscritti (-3%) nel 2013, mantiene il primato nel mondo, davanti a YouTube, Google Plus, Twitter e LinkedIn, per maggioranza di utenti. La crisi c’è, soprattutto tra i più giovani, ma, la delusione di Zuckerberg è ben compensata dal successo di Instagram, l’app di photo e video-sharing, acquisita nel 2012, che negli ultimi sei mesi ha registrato una crescita del 23%.

Questa notizia, però, mi ha portato a fare una riflessione che va un po’ al di là del puro discordo sul declino di Facebook e di tutti gli altri Social Network associato allo studio delle epidemie. Semplicemente vedo questo fenomeno come lo stesso che accade per qualsiasi altro prodotto della società contemporanea, destinato ad essere consumato, anzi, direi divorato dalla schiera di teenager e da tutto il resto della società sempre alla ricerca delle novità. Ma siamo sicuri che l’epidemia sia davvero stata Fecebook? Probabilmente no! Io credo che Social Network sia servito più che altro come una cura temporanea ad un’epidemia che gira da più tempo nella società, continua voglia di novità per il senso di insoddisfazione dilagante all’interno della società stessa!

Voi che ne pensate?

Maria Colucci

Tags

Maria Colucci

Nata e cresciuta in un paesino, ho sempre guardato al di là dei miei confini geografici sia per studio che per lavoro. Fashion-addicted, divisa tra le Lingue, il Marketing, la Comunicazione e immersa nel mondo Social, da qualche anno ho capito che di tutto ciò volevo farne una professione!

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Check Also
Close
Back to top button
Close
Close