Facebook in love: un algoritmo svela quanto durerà il tuo amore

Vuoi sapere se è la persona giusta? Vuoi vedere se la tua storia porterà ad un lieto fine da favola? Adesso Facebook può aiutarti anche in questo, grazie ad un algoritmo ed ai tuoi amici.
Due ricercatori, l’ingegnere Lars Backstrom, in forze proprio al social network di Mark Zuckerberg, e Jon Kleinberg, analista informatico della Cornell University, hanno messo a punto un algoritmo in grado di capire chi sarà il tuo partner e soprattutto di valutare se il tuo/la tua attuale compagno/compagna è quello/quella giusto: il tutto scandagliando le attività sul social network.
Il trucco è l’interconnessione con gli amici: se hai tante interazioni con gli amici, hai meno probabilità di “scoppiare”, mantenendo solido il rapporto. Il lavoro dei due ricercatori era comunque iscritto in una visione più ampia, che mirava a valutare come funzionano tutte le interconnessioni di Facebook.
L’ampio target analizzato (circa 1,6 milioni di profili a cui aggiungere i profili dei partner) ha così creato un enorme schema da 8.6 miliardi di collegamenti con 379 milioni di nodi. Da questa massa d’informazioni è venuta fuori l’idea di rigirare il parametro usato in questo genere di ricerche, quello “embeddedness”, la misurazione di quanto sono solidi e fitti i rapporti fra due persone in base al numero degli amici comuni. Ma ad oggi questo metodo risulta poco utile ai fini della ricerca, per cui i due ricercatori hanno creato una nuova strategia di ricerca, detta “dispersion”.
“Abbiamo ideato una nuova caratterizzazione della relazione amorosa in termini di struttura della rete – scrivono i due nel paper – con conseguenze potenziali per la comprensione dell’effetto che questo rapporto produce nel medesimo schema sociale”.
Cambia il punto di vista dell’algoritmo: oltre ai contatti comuni hanno infatti indagato l’ambito di sovrapposizione e interconnessione delle varie cerchie di reciproci contatti. Il modo, cioè, in cui i nostri gruppi di amici (lavoro, calcetto, ex compagni di scuola, danza, ufficio, svago, parenti e così via) si sovrappongono a quelli dell’altro o dell’altra. Non solo il nuovo meccanismo ha reso possibile e abbastanza facile individuare il reciproco partner fra le centinaia di amici di un utente (almeno nel 60% dei casi), ma ha condotto a una valutazione significativa, ossia che una relazione che manifesta un alto livello di dispersione, ha più chance di durare a lungo rispetto a chi mantiene il partner del tutto o molto collegato solo ad alcuni gruppi.
Morale della favola: la legge de “gli opposti si attraggono” non ha più ragion d’essere nel favoloso mondo dei social network. Ma non solo buone nuove per le coppie: questo tipo di indagine è utile anche a Facebook, che riesce ancora di più a calibrare e mirare gli annunci pubblicitari.
Business is business e a questa di legge non scappano nemmeno le storie d’amore.
Francesca Lizi