Facebook for Old People?

Social Network per ragazzi o Social Network per adulti? Facebook ha perso il suo primato!
Facebook perde terreno come social medium più gettonato dai ragazzi e in genere dai giovanissimi. Ciò sarebbe dovuto al crescente aumento di iscrizioni, a Facebook, da parte di persone adulte.
Secondo il Pew Research Center, nel recente studio Social Media Update, risultano essere il 56% gli adulti statunitensi di circa 65 anni che utilizzano il social blu, motivati dalla semplicità con la quale la piattaforma tiene in contatto familiari e conoscenti. Ma questo incremento di adulti nel mondo di Facebook ha avuto delle ripercussioni tra i giovani, i quali hanno deciso di migrare verso altri social media, primo tra tutti Instagram, dove la presenza di over è scarsa e dove possono indisturbati coltivare la propria passione per i selfies, senza controllo alcuno. Infatti, su Facebook non è inusuale avere, tra le amicizie, genitori, zii, nonni o parenti in genere che, per vari motivi, possono invadere la privacy dei giovani che utilizzavano Big F come un diario personale.
In effetti, secondo il rapporto dello studio suddetto, su 2003 adulti intervistati, Instagram risulta essere il secondo social network più utilizzato dai giovani tra i 18 e 29 anni di età, ma il meno popolare tra gli adulti di 50 e più anni. Anche Twitter risulta essere seguito da un target più giovane, mentre constatiamo un inversione di marcia nel caso di LinkedIn.
Ma andando a indagare tra le cause di questa crescita di iscrizioni di utenti adulti in Facebook e la migrazione dei più giovani verso altri social media, riusciamo a interrogarci su alcune problematiche che sono insite nel tessuto sociale della nostra società della conoscenza del Web 2.0. Tra le principali cause di migrazione, abbiamo accennato alla sensazione di mancato rispetto della privacy nel mondo blu di Zuckerberg, un social network che perde la propria valenza di diario (privato?) perché ormai monitorato dal mondo adulto, un target che spesso giudica e critica i più giovani. Ecco dunque spiegati di due flussi di transumanza digitale, uno, più anziano (all’anagrafe, ndt) verso Facebook e l’altro, più nativo digitale, verso Twitter, Pinterest, Tumblr (nel quale troverete anche noi di Social Media Life, ci teniamo al passo con i tempi!), Instragram, come già detto e Ask.fm. Ovviamente questa scelta di fuga e successivo rifugio al riparo da occhi indiscreti ha anche un risvolto della medaglia. Abbiamo più volte parlato di come realtà tipo Ask.fm siano si un mondo popolato da soli teenagers lontani dal controllati dagli adulti, ma al tempo stesso teatro di casi devianti legati a cyberbullismo, sexiting ed istigazione al suicidio.
Gli adulti, invece, dichiarano di utilizzare i social media, Facebook in particolar modo, non per controllare i giovani, ma per mantenere i rapporti con familiari e conoscenti, o semplicemente per avere un passatempo da utilizzare nel tempo libero.
Alla luce di ciò, dovremmo riflettere sulle relazioni social-giovani-adulti: è giusto che gli adulti si iscrivano ai social network? E’ giusto che invadano “il territorio” dei giovani? E’ giusto che i giovani abbiano piena libertà e non siano monitorati nei social media?
Troppe domande che trovano disparate risposte di persone favorevoli e contrarie. A me, interessa anche il parere di voi amici di Social Media Life!
Marialuisa Allocca
Secondo me sono tre i motivi:
1) Da quando Facebook è diventato interessate per l’aziende ha perso il suo fascino per i “giovani” perché lo vedono troppo serio
2) Troppa pubblicità
3) Dopo 10 anni un calo fisiologico è normale..specialmente se sono 10 anni che non tiri fuori una idea innovativa per rinnovare il Social
E poi c’è tenere conto anche di una cosa, ormai su Facebook sono arrivati anche i genitori e quindi addio libertà. Instagram è ancora un terreno libero da pubblicità e genitori 😀
Ciao Andrea,
sono d’accordo con i tuoi 3 motivi. Io aggiungerei anche l’uso inflazionato che, soprattutto i giovanissimi, ne hanno fatto al principio, appena registratisi. L’ossessivo comportamento nell’aggiungere utenti a più non posso, il voler essere per forza amici di tutti, ha in pratica minato irrimediabilmente l’ultima (se mai ci fosse stato) garanzia di privacy, di essere al sicuro da occhi indiscreti. Basta settare (o non farlo affatto) con negligenza le policy di pubblicazione e sharing che un tuo selfie finisce sotto gli occhi di indesiderati “amici” (i genitori in questo caso) e il gioco è fatto. Una catena di Sant’Antonio della condivisione che ti si ritorce contro!
Quasi una sindrome da competizione…Tu quanti followers hai ? io 200 io 300 io 1000……ma poi con quanti hai rapporti reali ?
Purtroppo è anche peggio. Altro che 200 o 300, quasi di parla a migliaia! E alla fine, per strada neanche si salutano!
Ciao Andrea! Concordo nei punti da te elencati, inoltre, aggiungerei a questi il disperato tentativo dei non più giovanissimi di tentare di risultare tali. In questa “società tecnologica” anche gli adulti cercano, a loro modo, di tenersi aggiornati, spesso esagerando anche; i ragazzini, soprattutto nell’età adolescenziale, non accettano controllo e critiche dagli adulti e tutto questo misto di situazioni porta a questo fenomeno di migrazione verso nuovi social, ancora inesplorati dagli adulti. Per quanto riguarda la competizione di fallowers, credo che il problema non sia insito nel sentirsi migliori per numeri di fallowers piuttosto sia nel rendersi interessanti, magari sottolineando che in un mondo adulto in cui non ci si sente accettati, il mondo virtuale li riscatta!