Un nuovo caso di evasione fiscale ha colpito la multinazionale svizzera Kuehne+Nagel e il gruppo dei supermercati Iperal, con un sequestro di 16 milioni di euro per ciascuna delle due aziende. Questi provvedimenti sono stati emessi dalla Procura di Milano nell’ambito di indagini più ampie riguardanti l’evasione dell’IVA tra il 2019 e il 2022. Le indagini hanno portato anche alla stabilizzazione di circa 49.000 lavoratori precedentemente impiegati da società che operavano in modo irregolare.
Il contesto delle indagini
Le recenti azioni della Procura milanese si inseriscono in un quadro più ampio che coinvolge diverse aziende del settore della logistica, accusate di esternalizzare i servizi a cooperative fittizie. Queste ultime offrivano costi del lavoro notevolmente inferiori grazie all’evasione degli obblighi fiscali e contributivi. L’inchiesta è guidata dal pubblico ministero Paolo Storari, che sta esaminando le pratiche adottate da ben diciannove società, tra cui nomi noti come DHL ed Esselunga.
Il dato sulle stabilizzazioni dei lavoratori è stato fornito dalla Direzione regionale Lombardia dell’Inps ed evidenzia come le azioni legali abbiano avuto ripercussioni significative sul mercato del lavoro. Le indagini hanno messo in luce una rete complessa in cui i lavoratori erano spesso lasciati senza tutele adeguate, dipendendo da aziende poco scrupolose nel rispetto delle normative vigenti.
Dettagli sui sequestri
Il sequestro odierno riguarda non solo Kuehne+Nagel ma anche Iperal, entrambi accusati di evasione dell’IVA per un totale complessivo superiore ai 32 milioni di euro. La Guardia di Finanza ha sottolineato la consapevolezza da parte della multinazionale svizzera riguardo alle problematiche fiscali legate ai suoi fornitori. Questo aspetto ha spinto gli investigatori a considerare la responsabilità amministrativa dell’ente secondo quanto previsto dalla legge italiana.
Kuehne+Nagel è una realtà consolidata nel settore logistico globale con oltre 80 mila dipendenti e operazioni attive in più di cento paesi dal suo fondamento nel lontano 1890 come spedizioniere marittimo. La sua storia non è priva d’ombre; durante gli anni ’40 fu coinvolta nella logistica dei beni sottratti agli ebrei dai nazisti, un capitolo controverso che continua a suscitare dibattiti storici.
Pratiche aziendali sotto esame
L’indagine ha rivelato elementi preoccupanti riguardo alle pratiche commerciali adottate dalle società coinvolte nella catena logistica. Un manager della Samag Holding Logistics ha dichiarato che le tariffe applicate dai committenti venivano imposte senza possibilità d’intervento da parte delle società appaltatrici, creando così condizioni insostenibili per i lavoratori.
Questa situazione porta inevitabilmente a conseguenze negative sia per i dipendenti sia per le stesse aziende appaltatrici, costrette ad affrontare difficoltà economiche derivanti dall’impossibilità d’onorare gli impegni fiscali dovuti all’erario italiano.
L’algoritmo al servizio del committente
Un altro aspetto rilevante emerso dalle indagini riguarda l’utilizzo degli algoritmi nella gestione dei lavoratori nelle società-serbatoio. Secondo quanto riportato dagli investigatori, il software utilizzato era controllato direttamente dai committenti anziché dalle imprese appaltatrici stesse; questo solleva interrogativi sulla reale autonomia decisionale delle aziende fornitrici nei confronti dei propri dipendenti.
La questione dell’eterodirezione algoritmica pone interrogativi su come vengono gestiti i dati relativi ai lavoratori e su quali siano le reali responsabilità aziendali nell’ambito della normativa vigente sul lavoro e sulla fiscalità.